sabato 26 luglio 2014

1944: Lo sbarco di Anzio e Nettuno


Nei primi mesi del 1944, con lo sbarco di Anzio e l'offensiva contro la linea Gustav sul
Garigliano ed a Cassino, gli anglo-americani tentavano di avviare ad una rapida conclusione
le operazioni sul fronte italiano, spezzando il fronte di resistenza tedesco ed impadronendosi
di Roma e dell'Italia centrale. Ma la dura resistenza dei diavoli verdi a Cassino e la furiosa
reazione delle truppe del generale von Mackensen ad Anzio, mutavano notevolmente i piani
del maresciallo Alexander, ritardando di molti mesi la conclusione delle operazioni militari
sul suolo italiano. Oltre a ciò, il VI Corpo anglo-americano sbarcato ad Anzio rischiava
di essere ributtato in mare e riusciva a salvarsi solo con il massiccio intervento delle artiglierie
navali. In alto il teatro dei combattimenti del gennaio e febbraio1944 da Anzio alla zona
antistante Cassino.

LO SBARCO DI ANZIO Dopo la battaglia del Volturno le truppe britanniche ed americane
della 5a Armata del generale Clark giungevano a contatto con il terreno antistante la linea
Gustav, che si estendeva dal Mar Tirreno, attraverso il fiume Garigliano, la zona di Cassino,
quella di Venafro-Isernia, il fiume Sangro, fino all'Adriatico. All'avanzata delle unità della
5a Armata corrispondeva sul versante adriatico il progresso della 8a Armata il cui comandante
Maresciallo Montgomery, richiamato in patria per le ormai prossime operazioni di sbarco in
Francia, era stato sostituito dal generale Leese, che tendeva a raggiungere e poi a superare la
valle del Sangro. Mentre sul fronte si andavano svolgendo questi avvenimenti, a Verona, nel
salone di Castelvecchio si celebrava il processo contro i 19 membri del Gran Consiglio del
Fascismo che, votando contro Mussolini il 25 luglio 1943, avevano provocato la caduta
del Regime fascista e quindi, indirettamente, la resa dell'Italia. Dei 19 solo 6, Ciano,
Gottardi, Pareschi, De Bono, Marinelli, Cianetti erano presenti, essendo gli altri latitanti.
Il processo dì Verona, che aveva inizio l'8 gennaio 1944, aveva termine il 10, con la
dichiarazione di colpevolezza e la condanna a morte per tutti gli imputati, ad eccezione di
Cianetti condannato a 30 anni di reclusione. La sentenza veniva eseguita la mattina
dell'11 gennaio, mediante fucilazione alla schiena. Il 22 gennaio sul fronte sud si verificava
un colpo di scena: l'operazione anfibia di Anzio e Nettuno.
Il VI Corpo d'Armata alleato, al Comando del generale Lucas, appoggiato da una flotta di
invasione di 289 unità e da centinaia di aerei, sbarcava sulle spiagge di Anzio e Nettuno
la la divisione di fanteria britannica, un gruppo corazzato, la II brigata di commandos,
la 3a divisione fanteria americana, il 509° battaglione paracadutisti e l'83° battaglione
lanciafiamme americani. Sulla zona di sbarco le unità tedesche erano quasi inesistenti.
Ciò permetteva al VI Corpo di stabilire saldamente la sua testa di sbarco ed approfondirla
verso l'interno, superando Aprilia e raggiungendo le zone di Campoleone, Cisterna e Littoria.
Solo il 25 gennaio si andava delineando la prima resistenza seria delle unità germaniche che
stavano raggiungendo il nuovo fronte. Dal 25 al 31 gennaio, mentre si svolgevano duri
combattimenti nei pressi di Cisterna, dove agivano le truppe americane e Campoleone,
dove erano impegnati i reparti britannici, giungevano nuove unità di rinforzo al VI Corpo
del generale Lucas: il 504° reggimento paracadutisti, la divisione corazzata americana
e le divisioni di fanteria 45° americana e 56° britannica.
Ma queste unità non riuscivano a superare la tenace resistenza germanica che si basava ormai
su 5 divisioni quasi complete: le divisioni corazzate 26° ed Hermann Gòring, la 3° e 90° granatieri
corazzati e la 4a paracadutisti. Dopo una settimana di situazione relativamente equilibrata, con
attacchi e contrattacchi da entrambe le parti. 1'8 febbraio iniziava un forte attacco tedesco con
lo scopo di eliminare interamente la testa di sbarco di Anzio. Il giorno seguente i tedeschi
riconquistavano Aprilia ed il 10 Corroceto. Poi si registrava una sosta, della quale approfittavano
gli anglo-americani per contrattaccare, ma senza ottenere risultati di sorta. Il 16 febbraio 1944,
alle ore 6,30, 4 divisioni germaniche, appoggiate dal fuoco di circa 450 pezzi d'artiglieria, iniziavano
una nuova violenta offensiva. Ma i successi territoriali, che all'inizio si registravano in maniera
sensibile, venivano presto bloccati dall'impiego massiccio delle artiglierie navali che sparavano
a distanza ravvicinata e dagli attacchi aerei. Il 29 febbraio la spinta offensiva dei reparti della
Wermacht riprendeva, ma il giorno 1 marzo veniva sospesa definitivamente, senza essere riuscita
nell'intento di ricacciare a mare gli anglo-americani. Durante questi combattimenti sul nuovo
fronte dello scacchiere italiano, i tedeschi riuscivano ad affondare, con mezzi aerei
radiocomandati, sommergibili e col concorso di mezzi navali della R.S.I. gli incrociatori
britannici Spartan e Penelope ed i cacciatorpediniere, anch'essi inglesi, Janus e Inglefield.
Anche sul fronte del Garigliano, del Rapido e del Sangro, si andavano svolgendo accaniti
scontri. Mentre nel settore tenuto dalla 8a Armata britannica, lungo la valle del Sangro, per la
spinta offensiva degli alleati non si verificavano fatti di rilievo, a parte i duri combattimenti nella
zona di Ortona a Mare, sul versante tirrenico del fronte si registravano gli avvenimenti più
importanti della campagna italiana dei primi mesi del 1944. Dapprima avveniva la conquista
della zona antistante la inea Gustav, effettuata dalla Ia Armata del generale Clark, a prezzo di
severe perdite, tra il 3 ed il 15 gennaio 1944. Il 17 dello stesso mese poi iniziava la battaglia del
Garigliano, che il giorno 20 si estendeva anche alla valle del Rapido, comprendente la zona
di Cassino. Ma l'offensiva del X Corpo britannico e del II americano non riuscivano a forzare
il corso dei due fiumi. In occasione delle operazioni degli ultimi mesi sullo scacchiere italiano,
i tedeschi impiegavano contro gli anglo-americani nuovi tipi di armi: carri pesantissimi,
minuscoli carri e Golia radiocomandati e carichi di esplosivo, bombe radio guidate e siluri
umani, simili ai maiali, della Decima Mas italiana. Ad Anzio intervenivano anche reparti
italiani dell'Esercito della Repubblica Sociale Italiana. Essi erano il battaglione Paracadutisti
Nembo e quello della Decima Barbarigo, che si batterono con grande valore.



22 gennaio 1944. Alle ore 2 del giorno 22, preceduto da un bombardamento aeronavale,
il VI° Corpo alleato comandato dal generale Lucas, sbarcava tra Anzio e Nettuno. L'azione
anfibia era appoggiata da 7 incrociatori, 24 cacciatorpediniere, 96 unità di altro tipo e valendosi
di 16 navi da trasporto e 146 mezzi da sbarco. Sul settore di sbarco le forze tedesche erano
quasi assenti e cio consentiva ai reparti britannici ed americani di stabilirsi saldamente a
terra ed addentrarsi poi verso l'interno, senza incontrare che scarsa e sporadica resistenza.
Nella foto in alto la flotta di invasione alleata nei pressi della costa di Anzio. In basso soldati
americani scendono dalla nave trasporto sul mezzo da sbarco.


23 gennaio 1944. Mentre le unità del VI Corpo d'Armata alleato si addentravano cautamente 
nel retroterra di Anzio, raggiungevano le zone di Aprilia, Cisterna e Littoria, i primi reparti 
tedeschi. Intanto cominciava a svilupparsi sulla testa di sbarco una azione di bombardamento 
aerea e terrestre. Nella foto in alto automezzi anfibi americani DUKW a Nettuno. In basso 
truppe di rincalzo raggiungono la testa di sbarco


25 gennaio 1944. Contemporaneamente alla prima reazione contro le truppe sbarcate, 
si andava sviluppando l'azione tedesca contro la flotta di invasione. Il giorno 23 una 
bomba radio guidata affondava il cacciatorpediniere britannico Janus. 
Da parte anglo-americana si intensificava l'appoggio aereo (gli apparecchi alleati 
disponibili in Italia meridionale erano circa 2.600) e lo sbarco di truppe e materiali. 
Intanto nella mattinata del 23 gennaio erano a terra 50.000 uomini e 5.200 automezzi, 
con i quali il VI Corpo iniziava a prendere consistenza. Il 25 gennaio il fronte tedesco 
era ormai quasi continuo e le forze contrapposte generalmente si equilibravano. 
A Cisterna veniva registrata la prima seria resistenza delle truppe germaniche e le 
unità americane erano costrette a ripetere violenti attacchi, ma senza registrare 
risultati di rilievo. In alto a sinistra mezzi anfibi americani verso la spiaggia di Anzio. 
In alto a destra il generale Truscott che sostituì il generale Lucas nel comando del 
VI Corpo anglo-americano poco tempo dopo lo sbarco ad Anzio. In basso forze 
anfibie americane sulla spiaggia di Nettuno.

27 gennaio 1944. Mentre la 3a divisione statunitense era sempre ferma a cinque 
chilometri da Cisterna, sul settore occidentale della testa di sbarco la 1a divisione 
britannica aveva superato Aprilia, raggiungendo la zona di Campoleone, sulla strada 
di Albano. Frattanto giungevano sulla testa di sbarco il 504° battaglione paracadutisti 
americano e reparti della 1a divisione corazzata, pure americana. Continuava il fuoco, 
crescente, dell'artiglieria germanica, che si valeva anche di pezzi da 280 mm. a lunga 
portata, montati su carrello ferroviario. Il 29 gennaio, al largo di Anzio, 3 mezzi 
d'assalto della marina della RSI al comando del S. Tenente di Vascello Fracassini, 
affondavano l'incrociatore inglese Spartan. Il 30 la Ia divisione corazzata ed in quello 
stesso giorno il VI Corpo effettuava il suo più grande sforzo. Nella foto in alto soldati 
americani raggiungono a guado la spiaggia di Anzio. In basso truppe statunitensi 
sbarcano nel porticciolo di Anzio, ingombro di macerie.




31 gennaio 1944. Alla fine di gennaio il fronte di Anzio restava sostanzialmente 
immutato, anche se i tedeschi dovevano registrare la perdita di Cisterna. 
Mentre qui ed a Campoleone preseguivano i combattimenti, e giungevano nel Lazio, 
come riserva strategica, nuove unità germaniche. 
Nella foto in alto i britannici e gli americani impiegavano ad Anzio anche pontoni 
usati come moli e frangiflutti, per supplire alle insufficienti installazioni fisse da sbarco. 
Al centro soldati americani dalla costa si avviano verso l'interno. 
Sul mare, un grosso mezzo da sbarco brucia, centrato dall'artiglieria tedesca.
In basso automezzi ed unità anfibie britannici si ammassano sulla spiaggia, 
prima di essere avviati al fronte.



8 febbraio 1944. Ai primi giorni di febbraio, fallito il tentativo del VI Corpo di allargare la testa 
di sbarco, si registravano attacchi locali ed energici contrattacchi germanici. L'8 febbraio le 
truppe tedesche conducevano una decisa azione offensiva contro l'ala britannica del VI Corpo 
ed il giorno seguente si impadronivano di Aprilia. Il 10 cadeva anche la stazione ferroviaria di 
Corroceto. Nella foto in alto niczzi corazzati e pezzi d'artiglieria britannici vengono avviati verso 
le linee del fuoco, attraverso le spiagge rese fangose dal maltempo. Al centro un mezzo da sbarco 
porta sulla costa carri Churchill. 
In basso un incrociatore britannico martella le truppe tedesche in piena offensiva.



10 febbraio 1944. Numerosi contrattacchi effettuati dagli inglesie dagli americani 
nell'intento di riconquistare il terreno perduto fallivano il 10 ed i giorni successivi. 
Intanto le puntate tedesche, l'artiglieria a lunga portata ed il maltempo causavano 
sensibili perdite in uomini e materiali al VI Corpo alleato. Nella foto a sinistra in alto 
prigionieri tedeschi catturati dagli americani sul fronte di Cisterna vengono avviati 
verso le retrovie. A sinistra in basso un bombardiere britannico Bristol Blenheim 
sgancia  il suo carico sulle retrovie tedesche. A destra in alto una trincea britannica
nei pressi di Anzio. 
A destra al centro soldati americani osservano il relitto di una motosilurante nemica 
semidistrutta sul molo di Anzio. In basso il generale Clark, comandante della 
5a Armata si congratula con l'ammiraglio comandante della flotta di sbarco.

16 febbraio 1944. Alle ore 6,30 iniziava una violenta controffensiva germanica, condotta 
con 4 divisioni ed appoggiata dal tiro di circa 450 bocche da fuoco. Dall'inizio i tedeschi 
registravano successi e progressi territoriali. Il 18, mentre proseguivano i combattimenti a 
erra, presso le isole Pontine, un sommergibile tedesco affondava l'incrociatore britannico 
Penelope. Sulla testa di sbarco, nel settore della divisione granatieri corazzati, i tedeschi 
registravano altri progressi. Ad essi gli alleati reagivano intensificando i bombardamenti 
navali, che presto riuscivano ad arrestare la spinta germanica verso il mare. Nella foto 
in alto carri armati Sherman e reparti di fanteria britannici avanzano sulle strade del 
versante tirrenico, rese intransitabili dalle distruzioni e dal maltempo. In basso unità inglesi 
in marcia verso il fronte della linea Gustav.


18 febbraio 1944. Il giorno cruciale dalla battaglia per la testa di sbarco dì Anzio era 
il 18 febbraio.
In questo giorno le truppe britanniche ed americane del VI Corpo correvano 
fortemente il pericolo di essere ricacciate a mare dai violenti attacchi tedeschi. 
Nei giorni successivi la grande battaglia si andava gradatamente spegnendo e si 
ritornava agli attacchi locali. Nella foto a sinistra in alto semoventi M. 7 in azione 
sul fronte di Anzio. A sinistra al centro combattimenti fra le case di Aprilia, presso 
Anzio. In basso a sinistra genieri americani sulla spiaggia di Nettuno. A destra in alto 
un carro tedesco distrutto. A destra in basso un soldato americano osserva un Golia. 
I Golia, erano  minuscoli carri carichi di esplosivo che i tedeschi inviavano, radio 
guidandoli, contro fortificazioni e carri armati e già usati sul fronte russo.


Sulla testa di sbarco di Anzio, dopo il fallimento della offensiva germanica tendente 
a ricacciare in mare gli inglesi e gli americani del VI Corpo d'Armata, si registrava 
un periodo  di relativa calma. Scontri locali si alternavano a bombardamenti 
dell'artiglieria tedesca o ad attacchi aerei anglo-americani. Particolare danno 
procurava un cannone tedesco a lunga portata da 280 mm. montato su carrello 
ferroviario, che apriva il fuoco solo di notte o nei periodi di cattivo tempo, in modo 
da sfuggire alla osservazione aerea rifugiandosi in una galleria ferroviaria nei 
Colli Albani non appena si profilava il pericolo di attacchi dall'aria. Nella foto in alto 
il cannone tedesco da 280 in fase di spostamento presso la galleria che costituiva 
il suo rifugio. In basso il pezzo in azione  Esso veniva scherzosamente denominato 
dai soldati americani Anzio Express.


29 febbraio 1944. Il giorno 25 i tedeschi registravano un altro successo sul mare affondando
il cacciatorpediniere britannico Inglefield. Il 29 febbraio, riordinate le proprie unità dopo i
violenti scontri della settimana precedente, il Comando tedesco riprendeva l'azione offensiva
contro la testa di sbarco di Anzio. Nello foto in alto a sinistra un cannone di assalto tedesco
con pezzo di medio calibro. I cannoni d'assalto, erano semoventi sufficientemente
corazzati e protetti per poter appoggiare le fanterie a distanza ravvicinata dal nemico.
A sinistra al centro carri pesanti tedeschi PZ. VI - Panther III (successori del Tigre), di
45 tonnellate ed armati con un cannone da 75/70. A sinistra in basso mezzi corazzati leggeri
germanici in marcia verso il fronte di Anzio. A destra in alto un Pantera singolarmente
mimetizzato in modo da poter apparire, in mezzo a macerie, come un pezzo di muro
di una casa. In basso soldati germanici osservano presso Cisterna carri Sherman distrutti.












Durante le operazioni sul territorio italiano i tedeschi impiegavano per la prima volta contro gli anglo-americani un certo numero di nuove armi di diverso tipo specificamente destinate a contrastare il predominio navale anglo-americano. Anzitutto le bombe radio guidate, entrate in azione contro la flotta nemica a Salerno, contro la squadra italiana in navigazione al largo della Sardegna il 9 settembre e durante lo sbarco di Anzio. In quest'ultima occasione compariva anche una variante dei mezzi d'assalto già largamente usati dalla Decima Mas italiana. Quest'arma aveva forma di siluro e conteneva la cabina del pilota e l'apparato motore; sotto a questo primo siluro inoffensivo era attaccato un secondo siluro munito del regolare esplosivo, che veniva lanciato contro le navi nemiche a distanza ravvicinata. Nella foto in alto il mezzo d'assalto tedesco viene calato in mare. In basso la nuova arma esaminata da un ufficiale britannico sulla spiaggia di Anzio, dopo un fallito tentativo di attacco.



1 marzo 1944. La nuova fase dell'offensiva germanica contro la testa di sbarco di Anzio durava però pochissimo ed il i marzo il maresciallo Kesselring era costretto a constatare l'inutilità dei suoi sforzi ed a ordinare la sospensione dell'offensiva. Secondo dati di fonte anglo-americana, in quei giorni il VI Corpo alleato aveva perduto quasi 6.000 uomini, ed i tedeschi circa 2.500. 
Nella foto a sinistra in alto automezzi alleati distrutti dal fuoco della artiglieria pesante tedesca nelle retrovie di Anzio. A sinistra al centro unità americane sotto il fuoco tedesco ad Anzio. 
A destra in alto un carro Sherman scorto in una radura da un gruppo panzerjager, cacciatori di carri, 
tedeschi che affrontavano i mezzi avversari col Panzerfaust, un'arma specialmente usata contro i carri armati e molto simile al bazooka americano. A destra al centro soldati germanici in agguato armati di pugno corazzato. In basso una eccezionale fotografia scattata nel momento in cui un Panzerschreck tedesco, versione più potente del Panzerfaust, lancia il suo razzo a carica cava. I proiettili a carica cava costituivano una novità tra le armi usate nel 2° conflitto mondiale. In questo tipo di ordigno, la testa del proiettile, invece di essere piena di esplosivo era vuota e al momento dell'urto contro il bersaglio provocava una fortissima emissione di calore che fondeva letteralmente il metallo colpito. Durante la tremenda battaglia di El Alamein l'uso di proiettili a carica cava consenti alle nostre artiglierie di distruggere numerosissimi carri britannici.


Alla battaglia sulla testa di ponte di Anzio partecipavano anche reparti della RSI (Repubblica Sociale Italiana). Essi erano il battaglione Nembo dei paracadutisti, che si era unito alle truppe tedesche in Corsica, ed il battaglione Barbarigo, un reparto della divisione di Fanteria di Marina Decima Mas organizzata dal Comandante Valerio Borghese, che si batterono anche nella piana pontina con estremo valore. Nella foto in alto il Barbarigo a La Spezia, in partenza per il fronte agli ordini del Comandante Bardelli. La giovane mascotte è una caratteristica di quasi tutti i reparti della RSI.

 















Dopo la fallita offensiva anglo-americana sul Garigliano del 17 e del 20 gennaio, su questo fronte si registravano alcuni giorni di calma relativa, punteggiati da scontri locali di non grande importanza. Essi però erano il preludio alla battaglia di Cassino, che si andava già preparando da ambo le parti, sia pure senza prevederne gli straordinari sviluppi. Nella foto a sinistra in alto soldati italiani addetti al servizio di rifornimenti con salmerie della Ia Armata britannica. A sinistra al centro reparti britannici avanzano tra i monti dell'Appennino abruzzese coperti di neve. A sinistra in basso un gruppo di prigionieri tedeschi in attesa di essere avviati ai campi di raccolta nelle retrovie. A destra in alto un vecchio obice usato sul fronte francese durante la guerra 1914-18 e dato simbolicamente in dotazione alle truppe francesi dall'esercito americano, martella le posizioni tedesche. Nella foto a destra in basso un cannone a lunga portata, impiegato dai francesi sulle montagne dell'Italia meridionale.

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