LO SBARCO DI ANZIO
Dopo la battaglia del Volturno le
truppe britanniche ed americane
della 5a Armata del generale Clark giungevano a contatto con il
terreno antistante la
linea
Gustav, che si estendeva dal Mar Tirreno, attraverso il
fiume Garigliano, la zona di Cassino,
quella di Venafro-Isernia, il
fiume Sangro, fino all'Adriatico. All'avanzata delle unità della
5a Armata corrispondeva sul versante adriatico il progresso
della 8a Armata il cui comandante
Maresciallo Montgomery, richiamato in
patria per le ormai prossime operazioni di sbarco in
Francia, era stato sostituito dal generale Leese, che tendeva a raggiungere e poi a
superare la
valle del
Sangro. Mentre sul fronte si andavano svolgendo questi avvenimenti, a Verona, nel
salone di Castelvecchio si celebrava il
processo contro i 19 membri del Gran Consiglio del
Fascismo che, votando
contro Mussolini il 25 luglio 1943, avevano provocato la caduta
del
Regime fascista
e quindi, indirettamente, la resa dell'Italia. Dei 19 solo 6,
Ciano,
Gottardi, Pareschi, De Bono, Marinelli, Cianetti erano presenti, essendo gli altri latitanti.
Il processo dì Verona, che aveva inizio l'8
gennaio 1944, aveva termine il 10, con la
dichiarazione di colpevolezza
e la condanna a morte per tutti gli imputati, ad eccezione di
Cianetti
condannato a 30 anni di reclusione. La sentenza veniva eseguita la
mattina
dell'11 gennaio, mediante fucilazione alla schiena. Il 22
gennaio sul fronte sud si verificava
un colpo di scena: l'operazione
anfibia di Anzio e Nettuno.
Il VI
Corpo d'Armata alleato, al Comando del generale Lucas,
appoggiato da una flotta di
invasione di 289 unità e da centinaia di
aerei, sbarcava sulle spiagge di Anzio e Nettuno
la la divisione
di fanteria britannica, un gruppo corazzato, la
II brigata di commandos,
la 3a divisione fanteria americana, il
509° battaglione paracadutisti e l'83° battaglione
lanciafiamme
americani. Sulla zona di sbarco le unità tedesche erano quasi
inesistenti.
Ciò permetteva al
VI Corpo di stabilire saldamente la sua testa di sbarco ed approfondirla
verso l'interno, superando Aprilia e raggiungendo le zone
di Campoleone, Cisterna e Littoria.
Solo il 25 gennaio si andava
delineando la prima resistenza seria delle unità germaniche che
stavano
raggiungendo il nuovo fronte.
Dal 25 al 31 gennaio, mentre si svolgevano duri
combattimenti nei pressi di Cisterna, dove agivano le truppe americane e Campoleone,
dove erano impegnati i reparti britannici, giungevano nuove unità di
rinforzo al VI Corpo
del generale Lucas: il
504° reggimento paracadutisti, la divisione corazzata americana
e
le divisioni di fanteria 45° americana e
56° britannica.
Ma queste unità non riuscivano a superare la
tenace resistenza germanica che si basava ormai
su 5 divisioni quasi
complete: le divisioni corazzate
26° ed Hermann Gòring, la 3° e 90° granatieri
corazzati e la
4a paracadutisti.
Dopo una settimana di situazione relativamente equilibrata, con
attacchi e contrattacchi da entrambe le parti. 1'8 febbraio iniziava un
forte attacco tedesco con
lo scopo di eliminare interamente la testa di
sbarco di Anzio. Il giorno seguente i tedeschi
riconquistavano Aprilia ed il 10 Corroceto. Poi si registrava una sosta, della quale
approfittavano
gli anglo-americani per contrattaccare, ma senza ottenere
risultati di sorta. Il 16 febbraio 1944,
alle ore 6,30, 4 divisioni germaniche, appoggiate dal fuoco di circa 450 pezzi d'artiglieria,
iniziavano
una nuova violenta offensiva. Ma i successi territoriali,
che all'inizio si registravano in maniera
sensibile, venivano presto bloccati dall'impiego massiccio delle artiglierie navali che sparavano
a
distanza
ravvicinata e dagli attacchi aerei. Il 29 febbraio la spinta
offensiva dei reparti della
Wermacht riprendeva, ma il giorno 1 marzo
veniva
sospesa definitivamente, senza essere riuscita
nell'intento di
ricacciare a mare gli anglo-americani. Durante questi combattimenti sul nuovo
fronte
dello scacchiere italiano, i tedeschi riuscivano ad affondare, con mezzi
aerei
radiocomandati, sommergibili e
col concorso di mezzi navali della R.S.I. gli incrociatori
britannici Spartan e Penelope ed i cacciatorpediniere, anch'essi
inglesi, Janus e Inglefield.
Anche sul fronte del Garigliano, del Rapido e
del Sangro, si andavano svolgendo accaniti
scontri. Mentre nel settore
tenuto dalla
8a Armata britannica, lungo la valle del Sangro, per la
spinta
offensiva degli alleati non si verificavano fatti di rilievo, a parte i
duri combattimenti nella
zona di Ortona a Mare, sul versante tirrenico
del fronte si registravano gli avvenimenti più
importanti della campagna
italiana dei primi mesi del 1944.
Dapprima avveniva la conquista
della zona antistante la inea
Gustav, effettuata dalla
Ia Armata del generale Clark, a prezzo di
severe perdite, tra il
3 ed il 15 gennaio 1944. Il 17 dello stesso mese poi iniziava la
battaglia del
Garigliano, che il giorno 20 si estendeva anche alla valle
del Rapido, comprendente la zona
di Cassino. Ma l'offensiva del
X Corpo britannico e del II americano non riuscivano a forzare
il corso dei due fiumi. In occasione delle operazioni degli ultimi mesi sullo scacchiere
italiano,
i tedeschi impiegavano contro gli
anglo-americani nuovi tipi di armi: carri pesantissimi,
minuscoli carri e Golia
radiocomandati e carichi di esplosivo, bombe radio guidate e
siluri
umani, simili ai
maiali, della Decima Mas italiana. Ad Anzio intervenivano anche
reparti
italiani dell'Esercito della Repubblica Sociale Italiana. Essi
erano il battaglione Paracadutisti
Nembo e quello della Decima
Barbarigo, che si batterono con grande valore.
22 gennaio 1944. Alle ore 2 del giorno 22, preceduto da un
bombardamento aeronavale,
il VI° Corpo alleato comandato dal generale Lucas, sbarcava tra
Anzio e Nettuno. L'azione
anfibia era appoggiata da 7 incrociatori, 24
cacciatorpediniere, 96 unità di altro tipo e valendosi
di 16 navi da trasporto e 146 mezzi da sbarco. Sul settore di
sbarco le forze
tedesche erano
quasi assenti e cio consentiva ai reparti
britannici ed americani di stabilirsi saldamente a
terra ed addentrarsi
poi verso l'interno, senza incontrare che scarsa e sporadica resistenza.
Nella foto in
alto la flotta di invasione alleata nei pressi della costa di
Anzio. In
basso soldati
americani scendono dalla nave trasporto sul mezzo
da sbarco.
|
23 gennaio 1944. Mentre le unità del VI Corpo d'Armata alleato
si addentravano cautamente
nel retroterra di Anzio, raggiungevano le
zone di Aprilia, Cisterna e Littoria, i primi reparti
tedeschi. Intanto
cominciava a svilupparsi sulla testa di sbarco una azione di
bombardamento
aerea e terrestre. Nella foto in
alto automezzi anfibi americani DUKW a Nettuno. In basso
truppe
di
rincalzo raggiungono la testa di sbarco
|
25 gennaio 1944. Contemporaneamente alla prima reazione contro
le truppe sbarcate,
si andava sviluppando l'azione tedesca contro la
flotta di invasione. Il giorno 23 una
bomba radio guidata affondava il cacciatorpediniere britannico Janus.
Da parte
anglo-americana si intensificava l'appoggio aereo (gli
apparecchi alleati
disponibili in Italia
meridionale erano circa 2.600) e lo sbarco di truppe e
materiali.
Intanto nella mattinata del 23 gennaio erano a terra 50.000
uomini e 5.200 automezzi,
con i quali il
VI Corpo iniziava a prendere consistenza. Il 25 gennaio il
fronte tedesco
era ormai quasi continuo e le forze contrapposte generalmente si equilibravano.
A Cisterna veniva registrata la prima
seria resistenza delle truppe germaniche e le
unità americane erano
costrette a ripetere violenti attacchi, ma senza registrare
risultati di
rilievo. In alto a
sinistra mezzi anfibi americani verso la spiaggia di Anzio.
In
alto a
destra il generale Truscott che sostituì il generale Lucas nel comando del
VI Corpo anglo-americano poco tempo dopo lo sbarco ad Anzio. In
basso forze
anfibie americane sulla spiaggia di Nettuno.
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27 gennaio 1944. Mentre la 3a divisione statunitense era sempre
ferma a cinque
chilometri da Cisterna, sul settore occidentale della
testa di sbarco la
1a divisione
britannica aveva superato Aprilia, raggiungendo la
zona di Campoleone, sulla strada
di Albano. Frattanto giungevano sulla testa di sbarco il
504° battaglione paracadutisti
americano e reparti della 1a
divisione corazzata, pure americana. Continuava il fuoco,
crescente,
dell'artiglieria germanica, che si valeva anche di pezzi da 280
mm. a lunga
portata, montati su carrello ferroviario. Il 29
gennaio, al largo di Anzio, 3 mezzi
d'assalto della marina della
RSI al comando del S. Tenente di Vascello Fracassini,
affondavano l'incrociatore inglese Spartan. Il 30 la Ia divisione corazzata ed in quello
stesso
giorno il VI Corpo effettuava il suo più grande sforzo. Nella foto in
alto soldati
americani raggiungono a guado la spiaggia di Anzio. In
basso truppe statunitensi
sbarcano nel porticciolo di Anzio,
ingombro di macerie.
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31 gennaio 1944. Alla fine di gennaio il fronte di Anzio restava
sostanzialmente
immutato, anche se i tedeschi dovevano registrare la
perdita di Cisterna.
Mentre qui ed a Campoleone preseguivano i
combattimenti, e giungevano nel Lazio,
come riserva strategica, nuove
unità germaniche.
Nella foto in
alto i britannici e gli americani impiegavano ad Anzio anche pontoni
usati come moli e frangiflutti, per supplire alle insufficienti
installazioni fisse da sbarco.
Al
centro soldati americani dalla costa si avviano verso l'interno.
Sul mare, un grosso mezzo da sbarco brucia, centrato dall'artiglieria
tedesca.
In
basso automezzi ed unità anfibie britannici si ammassano sulla
spiaggia,
prima
di essere avviati al fronte.
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8 febbraio 1944. Ai primi giorni di febbraio, fallito il
tentativo del VI Corpo di allargare la testa
di sbarco, si registravano
attacchi locali ed energici contrattacchi germanici. L'8 febbraio le
truppe tedesche conducevano una decisa azione offensiva contro l'ala
britannica del
VI Corpo
ed il giorno seguente si impadronivano di Aprilia. Il
10 cadeva
anche la stazione ferroviaria di
Corroceto. Nella foto in alto
niczzi corazzati e pezzi d'artiglieria britannici vengono avviati verso
le linee del fuoco, attraverso le spiagge rese fangose dal maltempo. Al
centro un mezzo da sbarco
porta sulla costa carri Churchill.
In
basso un incrociatore britannico martella le truppe tedesche in piena
offensiva.
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10 febbraio
1944. Numerosi contrattacchi effettuati
dagli inglesie dagli americani
nell'intento di riconquistare il
terreno perduto fallivano il 10
ed i giorni successivi.
Intanto le puntate tedesche, l'artiglieria a lunga portata ed il maltempo causavano
sensibili perdite
in uomini e materiali al VI Corpo alleato. Nella foto a sinistra in
alto
prigionieri tedeschi catturati dagli americani sul fronte
di Cisterna vengono avviati
verso le
retrovie. A sinistra in basso un bombardiere britannico Bristol Blenheim
sgancia il suo carico sulle retrovie tedesche. A destra in alto una trincea britannica
nei pressi di Anzio.
A destra al centro soldati americani osservano il relitto di una motosilurante
nemica
semidistrutta sul molo di
Anzio. In basso il generale Clark, comandante della
5a Armata si congratula con l'ammiraglio comandante della flotta di sbarco.
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16 febbraio 1944. Alle ore 6,30 iniziava una violenta
controffensiva germanica, condotta
con 4 divisioni ed appoggiata dal
tiro di circa 450 bocche da fuoco. Dall'inizio i tedeschi
registravano
successi e progressi territoriali. Il 18, mentre proseguivano i
combattimenti a
erra, presso le isole Pontine, un sommergibile tedesco
affondava l'incrociatore britannico
Penelope. Sulla testa di sbarco, nel
settore della divisione
granatieri corazzati, i tedeschi
registravano altri progressi.
Ad essi gli alleati reagivano intensificando i bombardamenti
navali, che
presto riuscivano ad arrestare la spinta germanica verso il mare. Nella
foto
in
alto carri armati Sherman e reparti di fanteria britannici
avanzano sulle strade del
versante tirrenico, rese intransitabili dalle
distruzioni e dal maltempo. In
basso unità inglesi
in marcia verso il fronte della linea
Gustav.
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18 febbraio
1944. Il giorno cruciale dalla battaglia per la testa di sbarco dì Anzio
era
il 18 febbraio.
In questo giorno le truppe britanniche ed americane
del VI Corpo correvano
fortemente il pericolo di essere ricacciate a
mare dai violenti attacchi tedeschi.
Nei giorni successivi la grande
battaglia si andava gradatamente spegnendo e si
ritornava agli attacchi locali. Nella foto a sinistra in
alto semoventi M. 7 in azione
sul fronte di Anzio. A sinistra al
centro combattimenti fra le case di Aprilia, presso
Anzio. In basso a
sinistra genieri americani sulla spiaggia di Nettuno. A destra
in alto
un carro tedesco distrutto. A destra in basso un soldato americano osserva un Golia.
I Golia, erano minuscoli carri carichi di esplosivo che i tedeschi inviavano,
radio
guidandoli, contro fortificazioni e carri armati e già
usati sul fronte russo.
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Sulla testa di sbarco di Anzio, dopo il fallimento della
offensiva germanica tendente
a ricacciare in mare gli inglesi e gli
americani del
VI Corpo d'Armata, si registrava
un periodo di relativa calma.
Scontri locali si alternavano a bombardamenti
dell'artiglieria tedesca o
ad attacchi aerei anglo-americani. Particolare danno
procurava un
cannone tedesco a lunga portata da 280 mm. montato su carrello
ferroviario, che apriva il
fuoco solo di notte o nei periodi di cattivo tempo, in modo
da
sfuggire alla osservazione aerea rifugiandosi in una galleria ferroviaria nei
Colli Albani non appena si profilava il pericolo di
attacchi dall'aria. Nella foto in alto
il cannone tedesco da 280 in fase di spostamento presso la
galleria che costituiva
il suo rifugio. In
basso il pezzo in azione Esso veniva scherzosamente denominato
dai soldati americani Anzio Express.
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29 febbraio
1944. Il giorno 25 i tedeschi registravano un altro successo sul mare
affondando
il cacciatorpediniere britannico
Inglefield. Il 29 febbraio, riordinate le proprie unità dopo i
violenti scontri della settimana precedente, il Comando tedesco
riprendeva l'azione offensiva
contro la testa di sbarco di Anzio. Nello
foto in alto a
sinistra un cannone di assalto tedesco
con pezzo di medio
calibro. I
cannoni d'assalto, erano semoventi sufficientemente
corazzati e
protetti per poter appoggiare le
fanterie a distanza ravvicinata dal nemico.
A sinistra al centro
carri pesanti tedeschi
PZ. VI - Panther III (successori del Tigre), di
45 tonnellate ed
armati con un cannone da 75/70. A sinistra in
basso mezzi corazzati leggeri
germanici in marcia verso il
fronte di Anzio. A destra in
alto un Pantera singolarmente
mimetizzato in modo da poter
apparire, in mezzo a macerie, come un pezzo di muro
di una casa. In
basso soldati germanici osservano presso Cisterna carri Sherman
distrutti.
Durante le operazioni sul territorio italiano i
tedeschi impiegavano per la prima volta contro gli anglo-americani un certo
numero di nuove armi di diverso tipo specificamente destinate a contrastare il
predominio navale anglo-americano. Anzitutto le bombe radio guidate, entrate in
azione contro la flotta nemica a Salerno, contro la squadra italiana in navigazione al largo della Sardegna il
9 settembre e durante lo sbarco di Anzio. In quest'ultima occasione compariva anche una variante dei mezzi d'assalto già largamente usati dalla Decima Mas
italiana. Quest'arma aveva forma di siluro e conteneva la cabina del pilota e
l'apparato motore; sotto a questo primo siluro inoffensivo era attaccato un
secondo siluro munito del regolare esplosivo, che veniva lanciato contro le
navi nemiche a distanza ravvicinata. Nella foto in alto il mezzo d'assalto
tedesco viene calato in mare. In basso la nuova arma esaminata da un ufficiale britannico sulla spiaggia di Anzio, dopo un fallito tentativo di attacco.
1 marzo 1944. La nuova fase dell'offensiva
germanica contro la testa di sbarco di Anzio durava però pochissimo ed il i
marzo il maresciallo Kesselring era costretto a constatare l'inutilità dei suoi sforzi ed a ordinare la sospensione dell'offensiva. Secondo dati di fonte
anglo-americana, in quei giorni il VI Corpo alleato aveva perduto quasi 6.000
uomini, ed i tedeschi circa 2.500.
Nella foto a sinistra in alto automezzi
alleati distrutti dal fuoco della artiglieria pesante tedesca nelle retrovie di
Anzio. A sinistra al centro unità americane sotto il fuoco tedesco ad Anzio.
A
destra in alto un carro Sherman scorto in una radura da un gruppo panzerjager,
cacciatori di carri,
tedeschi che affrontavano i mezzi avversari col
Panzerfaust, un'arma specialmente usata contro i carri armati e molto simile al
bazooka americano. A destra al centro soldati germanici in agguato armati di
pugno corazzato. In basso una eccezionale fotografia scattata nel momento in
cui un Panzerschreck tedesco, versione più potente del Panzerfaust, lancia il
suo razzo a carica cava. I proiettili a carica cava costituivano una novità tra
le armi usate nel 2° conflitto mondiale. In questo tipo di ordigno, la testa
del proiettile, invece di essere piena di esplosivo era vuota e al momento
dell'urto contro il bersaglio provocava una fortissima emissione di calore che
fondeva letteralmente il metallo colpito. Durante la tremenda battaglia di El
Alamein l'uso di proiettili a carica cava consenti alle nostre artiglierie di
distruggere numerosissimi carri britannici.
Alla battaglia sulla testa di ponte di Anzio
partecipavano anche reparti della RSI (Repubblica Sociale Italiana). Essi erano il
battaglione Nembo dei paracadutisti, che si era unito alle truppe tedesche in
Corsica, ed il battaglione Barbarigo, un reparto della divisione di Fanteria di
Marina Decima Mas organizzata dal Comandante Valerio Borghese, che si batterono
anche nella piana pontina con estremo valore. Nella foto in alto il Barbarigo a
La Spezia, in partenza per il fronte agli ordini del Comandante Bardelli. La
giovane mascotte è una caratteristica di quasi tutti i reparti della RSI.
Dopo la fallita offensiva anglo-americana sul
Garigliano del 17 e del 20 gennaio, su questo fronte si registravano alcuni
giorni di calma relativa, punteggiati da scontri locali di non grande
importanza. Essi però erano il preludio alla battaglia di Cassino, che si
andava già preparando da ambo le parti, sia pure senza prevederne gli
straordinari sviluppi. Nella foto a sinistra in alto soldati
italiani addetti al servizio di rifornimenti con salmerie della Ia Armata britannica. A sinistra al centro reparti britannici avanzano tra i monti
dell'Appennino abruzzese coperti di neve. A sinistra in basso un gruppo di
prigionieri tedeschi in attesa di essere avviati ai campi di raccolta nelle
retrovie. A destra in alto un vecchio obice usato sul fronte francese durante
la guerra 1914-18 e dato simbolicamente in dotazione alle truppe francesi
dall'esercito americano, martella le posizioni tedesche. Nella foto a destra in
basso un cannone a lunga portata, impiegato dai francesi sulle montagne
dell'Italia meridionale.
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