martedì 8 luglio 2014

Carl Schmitt


Filosofo del diritto tedesco (Plettenberg, Vestfalia, 1888-1985). Allievo di Max Weber, docente in varie università tedesche fra cui Bonn, Colonia e Berlino, presidente dell'associazione dei giuristi nazionalsocialisti, fu uno dei maggiori teorici del nazionalsocialismo. È soprattutto noto per la sua teoria della sovranità che va sotto il nome di "decisionismo". A suo parere la sovranità dello Stato non può trovare la propria legittimazione nelle norme poiché, producendo le norme stesse, deve necessariamente precederle. Soltanto un atto di decisione che si svolge fuori da un ordinamento dato, e quindi non deriva da norme esistenti, può fondare la normalità legale. Fra gli scritti più importanti ricordiamo: Romanticismo politico (1919), La dittatura (1921), in cui tenta di giustificare storicamente quest'ultima, Teologia politica (1922), Dottrina della costituzione (1928), Legalità e legittimità (1932), Il "nomos" della terra nel diritto internazionale dello Jus Publicum Europaeum (1950),Ex captivitatis salus (1950), Amleto o Ecuba (1956), Le categorie del politico (1963),Teorie del partigiano (1964). Postumo nel 1991 è stato pubblicato in GermaniaGlossarium, che il filosofo scrisse dal 1947 al 1951 dopo essere stato arrestato per propaganda nazista, che ha suscitato molto scalpore per certe affermazioni ("il vinto scrive la storia, non il vincitore") e per le sarcastiche frecciate rivolte a tutti i filosofi.

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