sabato 31 gennaio 2015

Il parlamentare

In occasione dell'elezione del presidente della repubblica italiana pubblichiamo un estratto dal Mein Kampf in cui Adolf Hitler parla dei parlamentari. Queste frasi appaiono quanto mai incredibilmente attuali, ciò è inquietante di come i tempi e la natura umana non cambino mai.

“Pensiamo, per un attimo, di quali misere idee siano infarciti, di norma, quelli che vengono chiamati programmi di partito, e come, di volta in volta, vengano riadattati alle mutate idee correnti [...]
Tutte le mattine il rappresentante del popolo arriva sino alla sede del Parlamento; se non entra, riesce ad arrivare perlomeno in anticamera dove viene affisso l’elenco dei parlamentari presenti: è su questo elenco, che il nostro, servendo la Nazione, scrive il proprio nome, ed è per questa fatica enorme, giornaliera, che incassa un profumato indennizzo. Passati quattro anni, o avvicinandosi sempre più lo scioglimento della Camera, detti signori vengono sollecitati da un impulso irrefrenabile, al pari della larva destinata a trasformarsi in farfalla, codesti vermi di parlamento abbandonano così il rifugio e volano fuori, dal popolo. Ricominciano nuovamente a parlare agli elettori narrando loro come siano ostinati gli altri, e di come essi abbiano invece duramente lavorato; succede invece che il popolo, questa massa d’ingrati, invece di applausi lancia sul loro viso insulti e urla piene di odio. In genere, se l’ingratitudine popolare tocca livelli molto alti tocca rimediare con l’unico toccasana possibile: migliorare ancora i programmi. Perciò la commissione si rinnova e risorge, dando di nuovo vita all’eterno inganno. Conoscendo bene la testarda idiozia dell’umanità intera non dobbiamo poi stupirci dei risultati. E’ così che il gregge del proletariato e della borghesia rientra nella stalla, tenuto per mano dal nuovo, invitante programma, pronto a rieleggere coloro che l’hanno ingannato. Con questo l’uomo delegato dal popolo a rappresentarlo si ritrasforma nelle vesti del verme di parlamento, e riprende nuovamente a nutrirsi con le fronde dell’albero statale”

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