In occasione dell'elezione del presidente della repubblica italiana pubblichiamo un estratto dal Mein Kampf in cui Adolf Hitler parla dei parlamentari. Queste frasi appaiono quanto mai incredibilmente attuali, ciò è inquietante di come i tempi e la natura umana non cambino mai.
“Pensiamo, per un attimo, di quali misere idee siano infarciti, di norma, quelli che vengono chiamati programmi di partito, e come, di volta in volta, vengano riadattati alle mutate idee correnti [...]
Tutte le mattine il rappresentante del popolo arriva sino alla sede del Parlamento; se non entra, riesce ad arrivare perlomeno in anticamera dove viene affisso l’elenco dei parlamentari presenti: è su questo elenco, che il nostro, servendo la Nazione, scrive il proprio nome, ed è per questa fatica enorme, giornaliera, che incassa un profumato indennizzo. Passati quattro anni, o avvicinandosi sempre più lo scioglimento della Camera, detti signori vengono sollecitati da un impulso irrefrenabile, al pari della larva destinata a trasformarsi in farfalla, codesti vermi di parlamento abbandonano così il rifugio e volano fuori, dal popolo. Ricominciano nuovamente a parlare agli elettori narrando loro come siano ostinati gli altri, e di come essi abbiano invece duramente lavorato; succede invece che il popolo, questa massa d’ingrati, invece di applausi lancia sul loro viso insulti e urla piene di odio. In genere, se l’ingratitudine popolare tocca livelli molto alti tocca rimediare con l’unico toccasana possibile: migliorare ancora i programmi. Perciò la commissione si rinnova e risorge, dando di nuovo vita all’eterno inganno. Conoscendo bene la testarda idiozia dell’umanità intera non dobbiamo poi stupirci dei risultati. E’ così che il gregge del proletariato e della borghesia rientra nella stalla, tenuto per mano dal nuovo, invitante programma, pronto a rieleggere coloro che l’hanno ingannato. Con questo l’uomo delegato dal popolo a rappresentarlo si ritrasforma nelle vesti del verme di parlamento, e riprende nuovamente a nutrirsi con le fronde dell’albero statale”
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento