L’MG 42 si mostrò sùbito affidabile, resistente, semplice da costruire e facile da utilizzare, ma la caratteristica che più impressionò fu l’enorme cadenza di fuoco prodotta. L’arma presenta il più alto rateo di fuoco possibile per armi portatili a canna singola, che oscillava tra i 1200 e i 1500 colpi al minuto. Altre armi coeve presentavano un simile rateo di fuoco, come la ShKAS russa, la Darne francese e la Vickers K inglese, ma l’alimentazione a nastro e la canna facilmente sostituibile permettevano alla mitragliatrice tedesca di sparare per tempi più lunghi delle sue avversarie.
Il progetto dell’MG 42 rimase valido e sfruttato anche dopo la seconda guerra mondiale, fungendo da base per la pressoché identica MG 1 (MG 42/59), che in seguito si evolse in MG 3. Altri modelli basati sull’MG 42 sono le mitragliatrici svizzere MG 51 e MG 710-3, l’austriaca MG 74, il CETME Ameli spagnolo, e in parte la mitragliatrice americana M 60 e la belga FN MAG. Il progetto originale fu anche venduto su licenza a molte fabbriche subito dopo la guerra che continuarono quindi la produzione dell’arma in proprio.
Sviluppo
Negli anni ’30 la Germania nazista adottò la mitragliatrice MG 34, considerate la prima vera e propria mitragliatrice da squadra dell’epoca moderna. Dotata di una canna a cambio rapido e un’alimentazione a nastro o tramite caricatori ad alta capienza, l’MG 34 poteva sparare per periodo più lunghi dei concorrenti, tra cui il B.A.R. americano, il Tipo 11 giapponese, il Bren inglese e la Châtellerault FM 24/29 francese, pur essendo più leggera di armi quali la Vickers inglese o la Browning M1917 americana. L’arma era anche estremamente versatile. Poteva essere alimentata sia a nastro che tramite caricatore (sebbene la copertura dovesse essere cambiata per poter utilizzare i caricatori), e poteva essere facilmente operata su treppiedi o su veicoli. Divenne l’arma difensiva principale della Luftwaffe, nella sua variante MG 81, e fu impiegata come arma secondaria nei carri quali l’MG 34 Panzerlauf. Il primo tentativo di aggiornamento fu la versione MG 34S.
Si giunse tuttavia a bandire un concorso per una mitragliatrice sostitutiva della MG 34. Le compagnie in lizza furono tre: la Metall und Leckierwarenfabrik Johannes Großfuß AG di Döbeln, la Rheinmetall-Borsig di Sömmerda e la Stübgen di Erfurt. Il progetto migliore fu quella della Großfuß AG, che impiegava un meccanismo di chiusura a rullo operato a gas, contro il semplice azionamento a rinculo degli altri due concorrenti. Particolare notevole, la compagnia non aveva mai operato nel campo delle armi; il loro prodotto più richiesto erano semplici lampade in metallo stampato. L’ingegnere Werner Gruner, uno dei capi progettisti della Großfuß AG, non aveva alcuna esperienza in campo di armi quando gli venne affidato l’incarico di presentare un progetto per la nuova mitragliatrice, ma aveva grande esperienza nel campo della produzione di massa. Frequentò un corso per mitraglieri per apprendere le caratteristiche principali delle armi automatiche, cercando aiuto anche fra i soldati stessi. Prese quindi un sistema d’arma sviluppato dalla Mauser e lo migliorò con ciò che aveva imparato al corso. Essendo prodotta in metallo stampato, la nuova arma richiedeva meno ore di lavoro e soprattutto minore complessità per la costruzione: le ore di lavoro per produrre un MG 42 erano 75 (contrapposte alle 150 per la MG 34), e il costo era di soli 250 marchi (contrapposto ai 327 marchi di un MG 34). La risultante MG 39 rimase in molti aspetti simile alla precedente MG 34, decisione dettata dalla necessita di non “sconvolgere” i soldati, ormai esperti nell’uso delle MG 34. Il cambiamento maggiore fu l’abbandono quasi totale dell’alimentazione tramite caricatore, cui fu preferita l’alimentazione a nastro libero, o comunque l’uso di caricatori a tamburo relativamente piccoli da 50 colpi. Benché costruita con parti più semplici e meno costose, l’arma si rivelò ben presto più resistente e affidabile della precedente versione. I primi 1500 esemplari dell’arma, denominata provvisoriamente MG 39/41, furono pronti nel 1941 per i test sul campo.
L’arma fu ufficialmente accettata e la produzione di massa cominciò nel 1942, con la designazione MG 42. Le fabbriche incaricate della produzione furono la Großfuß, la Mauser-Werke, la Gustlof-Werke e altri stabilimenti minori. La produzione durante la guerra fu superiore alle 400.000 unità (17.915 nel 1942, 116.725 nel 1943, 211.806 nel 1944 e 61.877 nel 1945).
Storia di servizio
La caratteristica più rimarchevole dell’arma era l’impressionante volume di fuoco, doppio rispetto al BAR americano e alla Vickers inglese. L’arma fu così temibile che l’esercito degli Stati Uniti ideò dei filmati per aiutare i soldati a superare il trauma dell’imbattersi in un’arma simile in combattimento. Ad un rateo di fuoco così alto, l’orecchio umano non riusciva a distinguere i singoli colpi che venivano sparati, e l’arma sembrava emettere un ronzio continuo che gli valse i soprannomi di Hitlersäge (motosega di Hitler) o “Hitler’s ripper” (squartatore di Hitler)… Nonostante l’elevato rateo di fuoco, i manuali dell’arma imponevano ai soldati di non sparare raffiche sostenute di più di 250 colpi per evitare surriscaldamenti anche pericolosi dell’arma. L’elevato rateo di fuoco fu ottenuto per massimizzare la possibilità di colpire i nemici nel caso il tempo di esposizione del bersaglio fosse molto basso. Il problema di questa caratteristica era che l’arma macinava munizioni in maniera vertiginosa, rendendo frequenti le ricariche e massimizzando le possibilità di surriscaldamento.
Modalità d’uso
L’MG 42 pesava circa 11 kg (compreso il bipiede ridotto), meno della parente MG 34. Il bipiede (identico a quello della MG 34) poteva essere montato sia vicino alla volata, sia a metà arma, a seconda del ruolo in cui la mitragliatrice veniva usata. Per quelle situazioni che richiedevano fuoco sostenuto, fu ideato un nuovo sostegno da 20 kg: il Lafette 42. La canna presentava una rigatura poligonale, un peso inferiore a quello della canna dell’MG 34 ma una tendenza più alta al surriscaldamento, che però costituiva un problema minore data la possibilità di cambiare la canna in pochi secondi.
Per operare al massimo delle possibilità una MG 42 necessiterebbe di una squadra di sei uomini: un capo tiratore, il numero 1 che trasporta e aziona l’arma, il numero 2 che trasporta il sostegno dell’arma, i numeri 3, 4 e 5 che trasportano munizioni, canne di ricambio, attrezzi per il trinceramento e altri attrezzi. Il capo tiratore, il numero 1 e il numero 2 erano armati di pistole, mentre gli altri di fucile. Per questioni di praticità la squadra veniva quasi sempre ridotta a tre elementi: tiratore, attendente (ricarica e trasporto canne) e osservatore per l’individuazione dei bersagli.
Fronte italiano, paracadutista tedesco monta una MG42
Fronte francese, MG42 montata su un semicingolato
Mentre Stati Uniti e Gran Bretagna basavano i loro eserciti su fucilieri, con mitragliatrici di supporto, la tattica dei tedeschi era l’esatto opposto: le mitragliatrici costituivano il nucleo portante del battaglione, mentre i fucilieri fungevano da supporto. Questo significava che le truppe alleate in attacco si sarebbero sempre trovate a dover affrontare un nutrito gruppo di MG 42, che potevano facilmente falciare le truppe avversarie.
Dettagli meccanici
La MG 42 è una mitragliatrice a corto rinculo azionata a gas con sistema di chiusura a rullino ritardato. Spara in posizione di otturatore aperto tramite nastri di proiettili da 7,92 × 57 mm Mauser.
MG 42/ MG 3 Roller system
L’arma si basa sul principio del rinculo di canna e della spinta dei gas sull'orlo della volata, due accorgimenti che accentuano il rinculo stesso. Il principio di chiusura si basa su due rullini, che quando il percussore avanza si aprono in due incavi laterali operando la chiusura. Quando la canna rincula spinge indietro anche l'otturatore e i due rulli sono spinti all' interno (ciò causa un breve ritardo che permette alla pressione di scendere a livelli di sicurezza). La molla posta dietro il gruppo otturatore-percussore spinge di nuovo avanti quest' ultimo, e il ciclo ricomincia. L’arma può fornire solo fuoco automatico, e il tiro singolo risulta praticamente impossibile a causa dell’elevata cadenza di fuoco.
Il sistema di mira e costituito di due parti molto semplici: il mirino frontale ha la forma di una V rovesciata, mentre quello posteriore somiglia ad una V graduata da 200 a 2.000 metri. Il kit di manutenzione dell’arma contiene anche un mirino speciale per l’uso antiaereo, che deve essere sovrapposto a quello esistente sull’arma.
Altra caratteristica propria delle mitragliatrice tedesche della seconda guerra mondiale era il Tiefenfeuerautomat. Se selezionata, questa caratteristica faceva compiere all’arma un movimento oscillatorio in verticale durante il fuoco. Ad esempio, se non si era sicuri della distanza di un bersaglio, supponendo che fosse situato tra i 2000 e i 2300 metri, il mitragliere poteva fare in modo che il sostegno dell’arma oscillasse in elevazione tra i 1900 e i 2400 metri. Il movimento nell’intervallo selezionato continuava fino all’interruzione del fuoco.
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