La comparsa sul fronte orientale dei pesanti carri IS e IS2, con le loro artiglierie da 122mm, minacciava di rendere obsoleti i pezzi da 88 millimetri che, nelle loro varie incarnazioni, si erano mostrati affidabili in tutti i teatri di scontro.
La Wehrmacht richiese un nuovo cannone per sventare questa minaccia. La possibilità fu offerta da nuovo 12,8 cm PaK 44 da 128/55 mm (lo stesso con cui si pensava di armare il Maus). D'altronde l'esigua produzione ed il peso del complesso suggerirono l'impiego su un affusto semovente, appunto quello del Tiger II. Con i mezzi in costruzione si armarono due unità nell'estate del 1944: lo schwere Panzerjaeger Abteilung 653 e lo schwere Panzerjaeger Abteilung 512.
Alcuni mezzi presero parte all'operazione "Nordwind", offensiva sussidiaria alla battaglia delle Ardenne, che doveva sfondare le linee delle truppe USA e delle Forze Francesi Libere in direzione della sacca tedesca di Colmar. Nonostante l'operazione "Wacht am Rhein", di cui "Nordwind" doveva essere supporto e ampliamento, fosse già in piena crisi, l'attacco venne comunque lanciato. I pesantissimi Jagdtiger si mostrarono particolarmente difficili da operare nel teatro invernale, dove i problemi del freddo si univano alle molte 'magagne' tecniche, dovute al loro peso elefantiaco, ai loro altissimi consumi di carburante e alle difficoltà logistiche di tenerli riforniti di proiettili e parti di ricambio (anche loro ingombranti e pesanti).
Nonostante alcune affermazioni sovietiche in merito non vi sono prove certe della partecipazione di questi mammut alla battaglia di Budapest; gli esemplari caduti in mano alle forze russe possono essere stati catturati inermi in qualche deposito o snodo ferroviario. Nel 1945 per la carenza di materiali si decise di armarne molti con il 8,8 PaK 43/3 da 88/71 mm, scartando l'adozione del cannone da 128/66 mm, chiudendo la produzione. Lo Jagdtiger non fu un veicolo complessivamente riuscito: il possente armamento e la corazza non poterono supplire alla scarsa manovrabilità ed affidabilità, senza contare che per un veicolo così lento era praticamente impossibile sfuggire ai cacciabombardieri Alleati, che a partire dal 1944 spadroneggiavano quasi incontrastati sui cieli tedeschi, specialmente dopo l'inutile "canto del cigno" della Luftwaffe nell'Operazione Bodenplatte.
Scheda tecnica:
| Descrizione | |
|---|---|
| Tipo | cacciacarri |
| Equipaggio | 6 |
| Dimensioni e peso | |
| Lunghezza | 10,65 m |
| Larghezza | 3,60 m |
| Altezza | 2,8 m |
| Peso | 76 t |
| Propulsione e tecnica | |
| Motore | V12 Maybach HL 230 P30 |
| Potenza | 700 hp |
| Rapporto peso/potenza | 9,21 |
| Trazione | cingolata |
| Prestazioni | |
| Velocità | 34 |
| Autonomia | 120 |
| Armamento e corazzatura | |
| Armamento primario | cannone 12,8 cm PaK 44 L/55 |
| Armamento secondario | mitragliatrice MG34 da 7,92 mm |
| Corazzatura | 250 mm |
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