Helene Bertha Amalie Riefensthal nasce a Berlino il 22 agosto 1902. Figlia di un funzionario governativo, dopo gli studi inizia ad occuparsi di danza lavorando presso il Balletto russo di Berlino. Unisce l'amore per il cinema e per la montagna interpretando i primi film con Arnold Franck. Esordisce come ballerina e seduttrice nel 1925 in La montagna dell'amore, proseguendo il filone montanaro, molto apprezzato nella Germania pre-nazista, con La tragedia di Pizzo Palù (1929). Dopo l'esperienza nella pellicola del grande Pabst passa dietro la macchina da presa per dirigere la bella maledetta, da lei interpretato e scritto assieme a Bela Balasz.
Ma la svolta per la sua carriera arriva con l'ascesa del nazismo. Considerata una delle donne più belle e affascinanti del terzo Reich, che suscitava l'invidia di mogli e amanti dei gerarchi, da Goebbels a Hitler, la Riefnsthal sposa i principi estetici del regime portandoli con il suo cinema alla massima espressione. Per espresso desiderio di Hitler realizza nel 1935 Il Trionfo della volontà, un documentario celebrativo sul congresso di Norimberga del '34 per ricordare la presa del potere l'anno precedente. Per questo lavoro finanziato dal partito nazista riceve mezzi enormi. E il risultato, davvero impressionante, è l'espressione della concezione nazista dell'arte subordinata alla politica. Una concezione che sarà ripresa, ma alla massima potenza, nel 1936 con Olympia, il documentario sulle Olimpiadi di Berlino del 1936: con 40 operatori e una disponibilità illimitata di mezzi tecnici la regista realizza un'opera di oltre tre ore, in cui i primi piani sui corpi degli atleti e sulle bandiere naziste, uniti ai campi lunghi sulla massa devota al Fuhrer, esprimono il mito della superiorità della razza ariana.
Arrestata nel 1945 e giudicata da un tribunale occidentale, dopo quattro anni di carcere la Riefnsthal viene assolta e rilasciata. Negli anni '60 si trova in Africa per girare documentari su una tribù nubiana e per reportages fotografici di grande successo. Continua a girare documentari fino alla fine dei suoi giorni, avvenuta l'8 settembre del 2003 a 101 anni. La Riefensthal ha sempre negato di avere aderito al nazismo e di aver avuto una relazione col Fuhrer spiegando di essersi interessata, solo e sempre, all'arte.
martedì 22 luglio 2014
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