sabato 26 luglio 2014

1944: La battaglia di Cassino

La situazione ambientale


Il territorio che va da Roma a Napoli è caratterizzato da una serie di rilievi montuosi che si possono valicare soltanto attraversando strette strisce di terra.
L'unica strada interna atta al passaggio di unità motorizzate è quella che fiancheggia la valle del Liri, il cui imbocco è dominato da Montecassino.
La morfologia del territorio ed il fatto che questo sia il punto di minor larghezza della penisola tra il Tirreno e l'Adriatico, sono state le cause principali della scelta tedesca della realizzazione di una linea difensiva che passasse per Cassino. Tale scelta si è rivelata strategicamente positiva per la realizzazione di una difesa efficace da parte dei Tedeschi e sono occorsi quasi sei mesi agli Alleati Anglo-Americani per superarla.
I tedeschi costruirono diverse linee difensive parallele distanti 12-18 Km le une dalle altre: la linea Reinhard dalla foce del Garigliano fino all'Adriatico sul fiume Sangro; la linea Gustav lungo il corso dei fiumi Rapido e Garigliano e la linea Senger-Riegel, meglio nota col nome di linea Hitler (che in caso di sfondamento sul Tirreno avrebbe collegato Terracina con la linea Gustav).
Da parte tedesca si decise di difendere Cassino solo quando la 8ª Armata americana guidata dal tenente generale Clark si trovava a circa 100 Km dall'abitato.
Ciò nonostante essi ebbero tutto il tempo di organizzare la difesa: ci vollero, infatti, 4 offensive prima che gli Alleati potessero aprirsi un varco nella linea difensiva e guadagnare la strada per Roma.

Il prologo

Lo stesso giorno in cui fu firmata la resa da parte dell'Italia, l'8 settembre 1943 (al cospetto del generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate nel Mediterraneo), l'8ª armata al comando del generale Montgomery avanzò verso la Calabria, dopo aver conquistato la Sicilia, mentre i tedeschi tentavano un'opera ritardatrice.
Contemporaneamente iniziarono schermaglie tra italiani e tedeschi e Kesselring prese il controllo di Roma e disarmò le truppe italiane.
Nel contempo gli alleati diedero l'avvio all'operazione "avalanche" con la quale 4 divisioni americane sbarcarono nel golfo di Salerno con l'intento di raggiungere Napoli per poter più facilmente arrivare a Roma.
Ai primi di ottobre mentre Mussolini costituiva a Salò (sul lago di Garda) un nuovo governo, gli alleati sbarcarono a Termoli ma incontrarono difficoltà nel procedere verso Nord a causa della resistenza tedesca.



La Guerra a Cassino

Nel settembre del 1943 Cassino subì i primi bombardamenti che causarono danni alle case e la morte di alcuni civili. I bombardamenti, e più tardi anche l'artiglieria, martellarono regolarmente la zona per i successivi mesi, fino ad arrivare ai 3 assalti più cruenti avvenuti rispettivamente in gennaio-febbraio, marzo e maggio del 1944.
Il 14 ottobre giunse a Cassino il ten. Colonnello austriaco Schlegel al comando della divisione Panzer Göring. Questi prospettò all'abate Gregorio Diamare il pericolo che correva l'Abbazia, che di lì a poco si sarebbe trovata al centro del fronte di resistenza tedesca (linea Gustav), e riuscì, quindi, a far mettere al sicuro gran parte dei tesori dell'Abbazia stessa (consegnati l'8 dicembre in Vaticano, con un carico di 120 autocarri).
Contemporaneamente fu fatta sfollare la popolazione e tutto il territorio circostante l'Abbazia, ovvero la vallata, i monti vicini, e la stessa città di Cassino divennero un vero e proprio fortino con trincee, casematte, cannoni, carri armati, campi minati. Non altrettanto accadde per il monastero che non fu fortificato, almeno fino a quando gli Alleati non lo distrussero con un bombardamento (15 febbraio - prima fase della battaglia).
Al termine della seconda fase della battaglia (25 marzo) la città di Cassino era ridotta ad un cumulo di macerie, non rimaneva nulla della sua vecchia fisionomia.
Solo dopo la terza fase della battaglia (maggio 1944), con numerose perdite dall'una e dall'altra parte, gli Alleati riuscirono ad impadronirsi della zona segnando la fine di un incubo.

La 1ª battaglia di Cassino iniziò nel pomeriggio del 17 gennaio 1944 quando il X corpo d'armata britannico dette il via al bombardamento d'artiglieria contro la fanteria tedesca.
In seguito all'offensiva lanciata, il X corpo d'armata riuscì a sfondare il fronte del Garigliano nonostante che i tedeschi contrattaccassero con tutto l'accanimento possibile.
Il XIV corpo d'armata tedesco di fronte al rischio di veder crollare il fronte di Cassino, fu costretto a chiamare rinforzi (29ª e 90ª Divisione Panzer Grenadier).
La principale difesa, per i tedeschi, era costituita dal corso dei fiumi Rapido e Gari (le cui acque scorrono a circa 13 Km/h raggiungendo anche una profondità di 3 m).

I Fase della Battaglia

La notte tra il 17 e il 18 gennaio il 141° Reg. americano, cercò di penetrare oltre il fiume Gari senza riuscirvi.
Il 20 gennaio le compagnie d'assalto americane (Reg. 141° e 143°) tentarono nuovamente l'attraversamento del Gari, riuscendovi solo parzialmente a causa della resistenza dei tedeschi che avevano salvato dai bombardamenti gran parte delle armi pesanti.

Marcia di trasferimento di truppe alleate
Nel frattempo la 3ª Divisione di fanteria algerina a capo del maggiore generale de Goislard de Monsabert cercava di attaccare sul fronte di Cassino per occupare Monte Belvedere, Colle Abate e Terelle.
All'inizio le truppe francesi ebbero successo, ma la resistenza tedesca fu accanita e fece fallire questo tentativo.
Il 25 gennaio Clark dette l'ordine di attaccare da nord la città ma l'assalto fallì.
Miglior sorte ebbero i fucilieri tunisini che riuscirono a conquistare il monte Belvedere.
Altri tentativi alleati, sempre infruttuosi, si ebbero la notte del 25 e del 26 gennaio.
Contemporaneamente, il Corpo di spedizione francese avanzò ulteriormente conquistando colle Abate e l'altura di 862 m a nord di questo. La posizione fu però riconquistata poco dopo dai tedeschi.



Soldati alleati bombardano
le difese tedesche
Nel frattempo la 3ª Divisione di fanteria algerina a capo del maggiore generale de Goislard de Monsabert cercava di attaccare sul fronte di Cassino per occupare Monte Belvedere, Colle Abate e Terelle.
All'inizio le truppe francesi ebbero successo, ma la resistenza tedesca fu accanita e fece fallire questo tentativo.
Il 25 gennaio Clark dette l'ordine di attaccare da nord la città ma l'assalto fallì.
Miglior sorte ebbero i fucilieri tunisini che riuscirono a conquistare il monte Belvedere.
Altri tentativi alleati, sempre infruttuosi, si ebbero la notte del 25 e del 26 gennaio.
Contemporaneamente, il Corpo di spedizione francese avanzò ulteriormente conquistando colle Abate e l'altura di 862 m a nord di questo. La posizione fu però riconquistata poco dopo dai tedeschi.

Soldati alleati attaccano
una postazione tedesca
Nel frattempo il generale Alexander mandava rinforzi a Cassino costituendo un II Corpo d'armata composto dalla 2ª Divisione neozelandese e dalla 4ª Divisione indiana.
Il 30 gennaio la fanteria americana riuscì a passare il Rapido ed a conquistare Caira, ai piedi di monte Cairo.
Il 1° febbraio iniziò l'attacco di Cassino partendo da Caira. Il 2 febbraio la fanteria americana diede l'assalto anche alla Rocca Janula.
In seguito a quest'offensiva i granatieri tedeschi furono spinti 1000 metri più a nord.
Il 3 febbraio i tedeschi ricevettero come rinforzi 2 reggimenti di paracadutisti con relativi mitraglieri.
Il 6 febbraio la fanteria americana raggiunse il monte Calvario, punto chiave di Montecassino perché da lì si poteva dominare l'intera città.
Il 10 febbraio, però, i tedeschi scalzarono ancora una volta gli americani dal pendio di monte Calvario.
L'11 febbraio le forze alleate tentarono nuovamente l'assalto a monte Calvario e Montecassino ma gli attacchi fallirono. La stessa sera il II Corpo d'armata americano smise di combattere per Montecassino.
Volantini Alleati
Volantini lanciati dagli Alleati
poco prima del
bombardamento dell'Abbazia

Intanto il tenente generale Freyberg con il suo II Corpo d'armata neozelandese, rilevò il settore di Cassino: il suo compito doveva essere costituire una testa di ponte a sud della città di Cassino, mentre gli americani sarebbero penetrati in direzione di Piedimonte.
A causa dell'inclemenza del tempo gli attacchi furono ripetutamente rinviati.
Freyberg, contrariamente ai generali Keyes e Ryder, sosteneva che l'insuccesso delle operazioni fin lì avvenute fosse da imputare all'artiglieria tedesca manovrata dall'abbazia. Osservazioni aeree riferirono della presenza di alcune antenne radio e di soldati tedeschi che entravano e uscivano dal monastero, anche se, nella sostanza, non c'erano soldati tedeschi presenti stabilmente nell'Abbazia.
A questo punto Freyberg chiese l'appoggio aereo e subordinò l'attacco programmato al monte alla distruzione del monastero.
Nonostante il rifiuto di Clark il generale Alexander decise che se Freyberg lo riteneva necessario, si sarebbe proceduto al bombardamento.
Il piano di Freyberg prevedeva l'attacco simultaneo di Cassino, della collina del monastero e dell'abbazia.
Il comandante del II Corpo d'armata, essendo migliorate le condizioni climatiche, ordinò che il bombardamento avvenisse nel pomeriggio del 16 febbraio, ma questo fu poi anticipato al 15.
A mezzogiorno del 14 febbraio la Brigata indiana al comando di Lovett (che per errore non fu informato della decisione del bombardamento) prese posto sui costoni di monte Calvario, così come le era stato ordinato.



Postazione alleata
con mitragliatrice pesante


L'Abbazia dopo il bombardamento
L'Abbazia di Montecassino
dopo il bombardamento

Il 15 febbraio fu sganciata la prima serie di bombe (253,000 Kg ad alto potenziale esplosivo). La seconda ondata di bombardieri sganciò altri 100,000 Kg di bombe.
Il monastero e la basilica furono ridotte a macerie, solo le mura esterne, la scala d'ingresso e parte della torretta resistettero alle bombe.
Le forze aeree alleate continuarono ad attaccare le rovine senza causare eccessive perdite ai tedeschi che avevano provveduto a nascondere le armi pesanti. Questi stessi tedeschi fecero evacuare l'83-enne abbate Gregorio Diamare.
Il 16 ed il 17 febbraio la Brigata indiana tentò di varcare il Rapido senza riuscirvi. Lo stesso giorno il 28° battaglione Maori riuscì a raggiungere la linea ferroviaria a N-O di monte Trocchio, occupò col favore della notte il fabbricato della stazione spingendosi oltre il rapido, anche se poi dovette indietreggiare a causa del contrattacco tedesco.
Il 19 febbraio il generale Alexander, dopo che tutti i tentativi per conquistare Montecassino erano falliti, diede l'ordine di cessare tutti i combattimenti.
Solo l'artiglieria continuava la sua opera.
La morsa dell'inverno, intanto, continuava a farsi sentire con bufere di neve e piogge incessanti.

 Schema della II Battaglia

Il 21 febbraio venivano effettuati i preparativi di un ulteriore attacco predisposto dal generale Freyberg e chiamato "operazione Dickens". Anche in questa occasione si decise di attaccare frontalmente sia Cassino che la collina e fu previsto un massiccio impiego di aviazione ed artiglieria.
Nel frattempo le forze tedesche avevano avuto il tempo di rimpiazzare gli uomini che avevano sopportato la campagna invernale e avevano trasformato i resti del monastero in una vera e propria fortezza.
Nei giorni successivi le condizioni climatiche avverse, tra cui freddo e neve, rellentarono notevolmente l'attività della fanteria ma non quella dell'artiglieria alleata che martellò incessantemente le postazioni nemiche.
Il 10 marzo il II Corpo d'armata neozelandese, che ricevette la pianta della città di Cassino con le postazioni nemiche e la dislocazione dei campi minati, si preparò all'attacco.
Cassino rasa al suolo
La città di Cassino
dopo il bombardamento


Il 15 marzo tutti i più alti gradi delle forze alleate, compreso il generale Alexander, erano riuniti presso il comando operativo del II Corpo d'armata a Cervaro, per assistere al bombardamento che avrebbe dovuto radere al suolo la città di Cassino.
Alle 8.30 del 15 marzo con il lancio della prima serie di bombe iniziò la seconda fase della battaglia di Cassino.
I bombardamenti durarono quattro ore, nel corso dell'operazione vennero impiegati 575 bombardieri e 200 cacciabombardieri e furono sganciate 1,140,000 Kg di bombe ad alto potenziale esplosivo (forse più che nella stessa Berlino).
Considerato che le forze tedesche consistevano di circa 350 uomini tra paracadutisti e pionieri si è calcolato che per ogni soldato tedesco sono stati sganciati circa 4,000 Kg di esplosivo.
Dopo la valanga di fuoco solo un gruppo di paracadutisti rifugiatisi in una caverna ai piedi di Montecassino riuscì a salvarsi.
Anche tra gli alleati vi furono alcune perdite a causa di errori di comunicazione.
Dopo il bombardamento al posto di strade e case vi erano solo macerie e crateri causati dalle esplosioni. La città era completamente rasa al suolo.

Soldati tedeschi tra le macerie
organizzano la difesa

Dopo la forza aerea fu la volta dell'artiglieria, della fanteria e dei carri armati che attaccarono ciò che rimaneva di Cassino.
I circa 100 soldati tedeschi sopravvissuti al bombardamento organizzarono la difesa della città tra le macerie e riuscirono a bloccare l'avanzata alleata, poiché era praticamente impossibile per i carri armati avanzare.
Il Battaglione Neozelandese riuscì a conquistare la rocca Janula solo dopo aspri combattimenti mentre la SS Casilina rimaneva ancora in mano tedesca (nonostante che i 2/3 della città fossero in mano alleata). Con il favore della notte il generale Heidrich poté inviare rinforzi ai soldati tedeschi, i quali furono ulteriormente protetti dall'artiglieria posta sulle alture.
Freyberg ordinò allora l'attacco del monastero, che fallì nonostante gli sforzi dei Rajputaua che giunsero fino a quota 236 e dei Gurka che, passando per la collina del "boia" (dal pilone della funicolare che era rimasto in piedi), giunsero a quota 435, per poi essere costretti a ritirarsi.
Tra il 16 e il 17 marzo i genieri riuscirono a ricavare un passaggio per i carri armati tra le macerie della città e gli alleati riuscirono così a conquistare la stazione ferroviaria, poco distante dalla via Casilina.
Il 17 marzo vi fu una breve tregua che permise alle due fazioni di recuperare morti e feriti.


Cimitero di fortuna realizzato per
dar sepoltura ai caduti

Bombardamento tedesco
Soldati tedeschi bombardano
le postazioni alleate

Il 18 marzo i paracadutisti tedeschi tentarono di recuperare la stazione, ma i soldati neozelandesi li respinsero.
Intanto due compagnie del Battaglione Essex furono inviate sulla rocca Janula per rinforzare i Gurka rimasti soli sullo sperone della "collina del boia".
La città di Cassino era ora quasi tutta in mano alleata e i genieri lavoravano alacremente per costruire strade.
Il 19 marzo i Maori tentarono la conquista dell'Hotel Continental per poter giungere alla via Casilina. I tedeschi però riuscirono a bloccarli.
Nel frattempo la Brigata indiana cercò di respingere l'attacco tedesco nei pressi della rocca Janula.
Dopo due ore di tregua per il recupero dei morti e dei feriti, neozelandesi, indiani e americani con molti mezzi corazzati partirono da Caira verso la Masseria Albaneta alla volta di Montecassino. I genieri avevano infatti realizzato una strada denominata Cavendish Road che terminava a 800 m dal monastero.

Carro armato alleato attacca una postazione nemica
Qui i carri armati furono costretti a proseguire in fila e quando si trovarono sotto il fuoco nemico furono distrutti e costretti a battere in ritirata. Fallì così l'attacco alleato.
Il 20 marzo gli alleati tentarono un colpo di mano con i paracadutisti, ma anche questo tentativo fallì. A questo punto il generale Alexander, convocato il consiglio di guerra, decise la sospensione della battaglia. Tutti i generali furono concordi con Alexander, ad eccezione di Freyberg che chiese ed ottenne di effettuare un ultimo tentativo.


Soldati alleati tra le macerie

Il 22 marzo il II Corpo d'armata neozelandese sferrò un attacco contro i paracadutisti tedeschi.
Al fallimento dell'operazione e dopo un ultimo attacco dei Gurka, che dovettero ritirarsi dalle rovine della città, il generale Alexander predispose la sospensione definitiva dei combattimenti.
Terminava così la seconda fase della battaglia di Cassino, durante la quale i tedeschi avevano subito molte perdite ma avevano dimostrato che la fanteria, se ben addestrata, era capace di resistere anche all'attacco di preponderanti unità corazzate.
A questo punto Alexander consentì a Freyberg, di trasferire l'8ª Armata nel settore di Cassino per l'offensiva finale.
Il 24 marzo già si era all'opera per predisporre una nuova offensiva. A tal fine furono distrutte tutte le vie di comunicazione e di rifornimento delle armate del feldmaresciallo Kesselring.

Schema della III Battaglia

Intorno alla metà di marzo il generale Anders con il colonnello Wisniowski s'incontrarono con il generale Leese comandante dell'8ª armata per predisporre l'attacco che ci sarebbe stato in primavera. L'8ª armata avrebbe dovuto forzare il Rapido e conquistare il Monastero, dopodiché la 5ª armata si sarebbe unita all'8ª per mettersi in contatto con la testa di ponte alleata ad Anzio e giungere a Roma nel più breve tempo possibile.


Soldati alleati in trincea

Sul fronte che andava da Gaeta a Cassino vi erano 17 divisioni, 9 delle quali con l'8ª armata guidata dal generale Leese ed 8 con la 5ª armata con a capo il generale Clark.
Al II Corpo d'armata polacco fu affidato il compito di procedere all'assalto di Montecassino.
La 3ª fase della battaglia di Cassino, che si svolse nel mese di maggio col favore delle migliori condizioni climatiche, ebbe come premessa una serie di attività il cui intento era quello di far credere ai tedeschi che le forze alleate avrebbero sospeso ogni tentativo di sfondare la linea Gustav, in favore di un'azione su Civitavecchia, alla volta di Roma.


Soldato tedesco tra le rovine
dell'Abbazia

Le operazioni di spostamento dell'8ª armata avvennero nottetempo. Il Corpo d'armata polacco, stanziato dietro Montecassino, ebbe l'ordine di osservare il silenzio radio ed i posti di comando furono mascherati. Le divisioni britanniche che avrebbero dovuto forzare il Rapido e il Gari si esercitarono all'attraversamento dal fiume dietro la linea del fronte ed i lavori per l'attraversamento furono realizzati nottetempo per essere mimetizzati durante il giorno. Il corpo di spedizione francese fu rinforzato e fatto attestare a Suio, si mascherò l'arrivo di due divisioni canadesi su Rapido e Gari ed il tiro dell'artiglieria fu tenuto sotto controllo per non insospettire le forze tedesche sull'aumento di presenze alleate.
Kesselring credette al cambiamento di rotta e trasferì 2 divisioni a Civitavecchia.



Vista delle rovine dell'Abbazia

L'11 maggio alle ore 23.00 circa, iniziò un intenso bombardamento delle forze tedesche.
Le divisioni marocchine, nel frattempo, avanzarono verso gli Aurunci e si spinsero fino a monte Maio. Le divisioni indiana e britannica superarono il Rapido a sud di Cassino e si attestarono sulla sponda opposta. Alle ore 1.00 del 12 anche i soldati polacchi avviarono il loro attacco cercando di raggiungere quota 517 (conosciuta come dorsale del fantasma - Widmo in polacco).
Un successo si registrò grazie alla 3ª Divisione fucilieri carpatica, che conquistò monte Calvario a quota 593.
L'attacco a masseria Albaneta non ebbe buon esito nonostante le gravi perdite.
All'alba successiva entrò in azione la flotta aerea alleata che operò in perfetta cooperazione con le forze di terra le quali segnalavano i vari obiettivi da attaccare.


Vista delle rovine dell'Abbazia

Ciò nonstante i paracadutisti tedeschi riuscirono a rioccupare monte Calvario ed il generale Anders a causa delle gravi perdite fu costretto a ritirare le truppe polacche.
Al termine del 1° giorno della III battaglia di Cassino solo il generale Juin poteva asserire di aver riportato un successo significativo.

Alleati a Montecassino
La conquista del Monastero

Il 13 maggio Kesselring cercò di guadagnare tempo ritardando la caduta di Cassino per consentire alle unità minacciate di ritirarsi occupando la seconda linea di difesa, la linea Hitler.
Quello stesso giorno le forze motorizzate francesi occuparono Sant'Andrea sul Garigliano e la fanteria marocchina giunse al Liri. Il 14 maggio la stessa fanteria marocchina si spinse fino a S. Giorgio, mentre quella algerina occupò Castelforte. Venne così realizzato l'assalto dalle montagne ed i Goum valicarono i monti Aurunci senza incontrare grosse resistenze.
Juin poté ora realizzare quello che aveva pensato fin dal gennaio del 1944: attaccare Cassino dalla via Casilina attraverso i monti Aurunci. In tal modo egli aprì una breccia nella linea Gustav attraverso monte Petrella (1533 m).

Soldato polacco nell'Abbazia

A sud il II Corpo d'armata americano, dopo pesanti scontri, riuscì a conquistare solo l'abitato di S. Maria Infante. I britannici dopo aver "creato" un ponte galleggiante sul Rapido, riuscirono a prendere Sant'Angelo. La Divisione indiana conquistò la città di Pignataro. I francesi giunsero fino a monte Petrella e monte Revole.
Il 16 maggio la fanteria Kresowa conquistò il pendio meridionale del Widmo.
Il 17 sempre i polacchi attaccarono colle Sant'Angelo e monte Calvario, ma furono respinti, con molteplici perdite, dai paracadutisti tedeschi.
I Goum erano giunti nel frattempo sulla strada Itri-Pico, a 40 Km dietro il fronte tedesco di Cassino, e di lì a poco avrebbero causato la caduta di Montecassino.
Le forze americane, contemporaneamente, avevano conquistato Formia.
La notte del 17 maggio con il bombardamento della stazione di Cassino iniziò la ritirata delle forze tedesche dal settore di Cassino.
All'alba del 18 maggio la collina del Monastero era in mano alleata e la battaglia di Montecassino era finalmente conclusa.





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