La 1ª battaglia di Cassino iniziò nel pomeriggio del 17
gennaio 1944 quando il X corpo d'armata britannico dette il via al
bombardamento d'artiglieria contro la fanteria tedesca.
In seguito all'offensiva lanciata, il X corpo d'armata riuscì a sfondare il fronte
del Garigliano nonostante che i tedeschi contrattaccassero con tutto
l'accanimento possibile.
Il XIV corpo d'armata tedesco di fronte al rischio di veder crollare il fronte
di Cassino, fu costretto a chiamare rinforzi (29ª e 90ª Divisione Panzer Grenadier).
La principale difesa, per i tedeschi, era costituita dal corso dei fiumi Rapido
e Gari (le cui acque scorrono a circa 13 Km/h raggiungendo anche una profondità di 3 m).
La notte tra il 17 e il 18 gennaio il 141° Reg. americano,
cercò di penetrare oltre il fiume Gari senza riuscirvi.
Il 20 gennaio le compagnie d'assalto americane (Reg. 141° e 143°) tentarono
nuovamente l'attraversamento del Gari, riuscendovi solo parzialmente a causa
della resistenza dei tedeschi che avevano salvato dai bombardamenti gran parte
delle armi pesanti.
Marcia di trasferimento di truppe alleate
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Nel frattempo la 3ª Divisione di fanteria algerina a capo
del maggiore generale de Goislard de Monsabert cercava di
attaccare sul fronte di Cassino per occupare Monte Belvedere, Colle Abate e
Terelle.
All'inizio le truppe francesi ebbero successo, ma la resistenza tedesca fu
accanita e fece fallire questo tentativo.
Il 25 gennaio Clark dette l'ordine di attaccare da nord la città ma l'assalto
fallì.
Miglior sorte ebbero i fucilieri tunisini che riuscirono a conquistare il monte
Belvedere.
Altri tentativi alleati, sempre infruttuosi, si ebbero la
notte del 25 e del 26 gennaio.
Contemporaneamente, il Corpo di spedizione francese avanzò ulteriormente
conquistando colle Abate e l'altura di 862 m a nord di questo. La posizione fu però
riconquistata poco dopo dai tedeschi.
Soldati alleati bombardano
le difese tedesche
Nel frattempo la 3ª Divisione di fanteria algerina a capo
del maggiore generale de Goislard de Monsabert cercava di
attaccare sul fronte di Cassino per occupare Monte Belvedere, Colle Abate e
Terelle.
All'inizio le truppe francesi ebbero successo, ma la resistenza tedesca fu
accanita e fece fallire questo tentativo.
Il 25 gennaio Clark dette l'ordine di attaccare da nord la città ma l'assalto
fallì.
Miglior sorte ebbero i fucilieri tunisini che riuscirono a conquistare il
monte Belvedere.
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Altri tentativi alleati, sempre infruttuosi, si ebbero la
notte del 25 e del 26 gennaio.
Contemporaneamente, il Corpo di spedizione francese avanzò ulteriormente
conquistando colle Abate e l'altura di 862 m a nord di questo. La posizione fu però
riconquistata poco dopo dai tedeschi.
Soldati alleati attaccano
una postazione tedesca
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Nel frattempo il generale Alexander mandava
rinforzi a Cassino costituendo un II Corpo d'armata composto dalla 2ª
Divisione neozelandese e dalla 4ª Divisione indiana.
Il 30 gennaio la fanteria americana riuscì a passare il Rapido ed a
conquistare Caira, ai piedi di monte Cairo.
Il 1° febbraio iniziò l'attacco di Cassino partendo da Caira. Il 2 febbraio
la fanteria americana diede l'assalto anche alla Rocca Janula.
In seguito a quest'offensiva i granatieri tedeschi furono spinti 1000 metri più a nord.
Il 3 febbraio i tedeschi ricevettero come rinforzi 2 reggimenti di
paracadutisti con relativi mitraglieri.
Il 6 febbraio la fanteria americana raggiunse il monte Calvario, punto chiave
di Montecassino perché da lì si poteva dominare l'intera città.
Il 10 febbraio, però, i tedeschi scalzarono ancora una volta gli americani
dal pendio di monte Calvario.
L'11 febbraio le forze alleate tentarono nuovamente l'assalto a monte
Calvario e Montecassino ma gli attacchi fallirono. La stessa sera il II Corpo
d'armata americano smise di combattere per Montecassino.
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Volantini lanciati dagli Alleati
poco prima del
bombardamento dell'Abbazia
Intanto il tenente generale Freyberg con il
suo II Corpo d'armata neozelandese, rilevò il settore di Cassino: il suo
compito doveva essere costituire una testa di ponte a sud della città di
Cassino, mentre gli americani sarebbero penetrati in direzione di Piedimonte.
A causa dell'inclemenza del tempo gli attacchi furono ripetutamente rinviati.
Freyberg, contrariamente ai generali Keyes e Ryder,
sosteneva che l'insuccesso delle operazioni fin lì avvenute fosse da imputare
all'artiglieria tedesca manovrata dall'abbazia. Osservazioni aeree riferirono
della presenza di alcune antenne radio e di soldati tedeschi che entravano e
uscivano dal monastero, anche se, nella sostanza, non c'erano soldati tedeschi
presenti stabilmente nell'Abbazia.
A questo punto Freyberg chiese l'appoggio aereo e subordinò l'attacco
programmato al monte alla distruzione del monastero.
Nonostante il rifiuto di Clark il generale Alexander decise che
se Freyberg lo riteneva necessario, si sarebbe proceduto al bombardamento.
Il piano di Freyberg prevedeva l'attacco simultaneo di Cassino, della collina
del monastero e dell'abbazia.
Il comandante del II Corpo d'armata, essendo migliorate le
condizioni climatiche, ordinò che il bombardamento avvenisse nel pomeriggio del
16 febbraio, ma questo fu poi anticipato al 15.
A mezzogiorno del 14 febbraio la Brigata indiana al comando di Lovett
(che per errore non fu informato della decisione del bombardamento) prese posto
sui costoni di monte Calvario, così come le era stato ordinato.
Postazione alleata
con mitragliatrice pesante
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L'Abbazia di Montecassino
dopo il bombardamento
Il 15 febbraio fu sganciata la prima serie di bombe (253,000 Kg ad alto
potenziale esplosivo). La seconda ondata di bombardieri sganciò altri 100,000 Kg di bombe.
Il monastero e la basilica furono ridotte a macerie, solo le mura esterne, la
scala d'ingresso e parte della torretta resistettero alle bombe.
Le forze aeree alleate continuarono ad attaccare le rovine senza causare
eccessive perdite ai tedeschi che avevano provveduto a nascondere le armi
pesanti. Questi stessi tedeschi fecero evacuare l'83-enne abbate Gregorio
Diamare.
Il 16 ed il 17 febbraio la Brigata indiana tentò di varcare il Rapido senza
riuscirvi. Lo stesso giorno il 28° battaglione Maori riuscì a raggiungere la
linea ferroviaria a N-O di monte Trocchio, occupò col favore della notte il
fabbricato della stazione spingendosi oltre il rapido, anche se poi dovette
indietreggiare a causa del contrattacco tedesco.
Il 19 febbraio il generale Alexander, dopo che tutti i tentativi
per conquistare Montecassino erano falliti, diede l'ordine di cessare tutti i
combattimenti.
Solo l'artiglieria continuava la sua opera.
La morsa dell'inverno, intanto, continuava a farsi sentire con bufere di neve e
piogge incessanti.
Il 21 febbraio venivano effettuati i preparativi di un
ulteriore attacco predisposto dal generale Freyberg e chiamato "operazione
Dickens". Anche in questa occasione si decise di attaccare
frontalmente sia Cassino che la collina e fu previsto un massiccio impiego di
aviazione ed artiglieria.
Nel frattempo le forze tedesche avevano avuto il tempo di rimpiazzare gli
uomini che avevano sopportato la campagna invernale e avevano trasformato i
resti del monastero in una vera e propria fortezza.
Nei giorni successivi le condizioni climatiche avverse, tra cui freddo e neve,
rellentarono notevolmente l'attività della fanteria ma non quella
dell'artiglieria alleata che martellò incessantemente le postazioni nemiche.
Il 10 marzo il II Corpo d'armata neozelandese, che ricevette la pianta della
città di Cassino con le postazioni nemiche e la dislocazione dei campi minati,
si preparò all'attacco.
La città di Cassino
dopo il bombardamento
Il 15 marzo tutti i più alti gradi delle forze alleate,
compreso il generale Alexander, erano riuniti presso il comando
operativo del II Corpo d'armata a Cervaro, per assistere al bombardamento che
avrebbe dovuto radere al suolo la città di Cassino.
Alle 8.30 del 15 marzo con il lancio della prima serie di bombe iniziò la
seconda fase della battaglia di Cassino.
I bombardamenti durarono quattro ore, nel corso dell'operazione vennero
impiegati 575 bombardieri e 200 cacciabombardieri e furono sganciate 1,140,000 Kg di bombe
ad alto potenziale esplosivo (forse più che nella stessa Berlino).
Considerato che le forze tedesche consistevano di circa 350 uomini tra
paracadutisti e pionieri si è calcolato che per ogni soldato tedesco sono stati
sganciati circa 4,000 Kg
di esplosivo.
Dopo la valanga di fuoco solo un gruppo di paracadutisti rifugiatisi in una
caverna ai piedi di Montecassino riuscì a salvarsi.
Anche tra gli alleati vi furono alcune perdite a causa di errori di
comunicazione.
Dopo il bombardamento al posto di strade e case vi erano
solo macerie e crateri causati dalle esplosioni. La città era completamente
rasa al suolo.
Soldati tedeschi tra le macerie
organizzano la difesa
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Dopo la forza aerea fu la volta dell'artiglieria, della
fanteria e dei carri armati che attaccarono ciò che rimaneva di Cassino.
I circa 100 soldati tedeschi sopravvissuti al bombardamento organizzarono la
difesa della città tra le macerie e riuscirono a bloccare l'avanzata alleata,
poiché era praticamente impossibile per i carri armati avanzare.
Il Battaglione Neozelandese riuscì a conquistare la rocca Janula solo dopo
aspri combattimenti mentre la SS Casilina rimaneva ancora in mano tedesca
(nonostante che i 2/3 della città fossero in mano alleata). Con il favore della
notte il generale Heidrich poté inviare rinforzi ai soldati
tedeschi, i quali furono ulteriormente protetti dall'artiglieria posta sulle
alture.
Freyberg ordinò allora l'attacco del monastero, che fallì
nonostante gli sforzi dei Rajputaua che giunsero fino a quota 236 e dei Gurka
che, passando per la collina del "boia" (dal pilone della funicolare
che era rimasto in piedi), giunsero a quota 435, per poi essere costretti a
ritirarsi.
Tra il 16 e il 17 marzo i genieri riuscirono a ricavare un passaggio per i
carri armati tra le macerie della città e gli alleati riuscirono così a
conquistare la stazione ferroviaria, poco distante dalla via Casilina.
Il 17 marzo vi fu una breve tregua che permise alle due fazioni di recuperare
morti e feriti.
Cimitero di fortuna realizzato per
dar sepoltura ai caduti
Soldati tedeschi bombardano
le postazioni alleate
Il 18 marzo i paracadutisti tedeschi tentarono di recuperare
la stazione, ma i soldati neozelandesi li respinsero.
Intanto due compagnie del Battaglione Essex furono inviate sulla rocca Janula
per rinforzare i Gurka rimasti soli sullo sperone della "collina del
boia".
La città di Cassino era ora quasi tutta in mano alleata e i genieri lavoravano
alacremente per costruire strade.
Il 19 marzo i Maori tentarono la conquista dell'Hotel Continental per poter
giungere alla via Casilina. I tedeschi però riuscirono a bloccarli.
Nel frattempo la Brigata indiana cercò di respingere l'attacco tedesco nei
pressi della rocca Janula.
Dopo due ore di tregua per il recupero dei morti e dei
feriti, neozelandesi, indiani e americani con molti mezzi corazzati partirono
da Caira verso la Masseria Albaneta alla volta di Montecassino. I genieri
avevano infatti realizzato una strada denominata Cavendish Road
che terminava a 800 m
dal monastero.
Carro armato alleato attacca una postazione
nemica
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Qui i carri armati furono costretti a proseguire in fila e
quando si trovarono sotto il fuoco nemico furono distrutti e costretti a
battere in ritirata. Fallì così l'attacco alleato.
Il 20 marzo gli alleati tentarono un colpo di mano con i paracadutisti, ma anche
questo tentativo fallì. A questo punto il generale Alexander,
convocato il consiglio di guerra, decise la sospensione della battaglia. Tutti
i generali furono concordi con Alexander, ad eccezione di Freyberg
che chiese ed ottenne di effettuare un ultimo tentativo.
Soldati alleati tra le macerie
Il 22 marzo il II Corpo d'armata neozelandese sferrò un
attacco contro i paracadutisti tedeschi.
Al fallimento dell'operazione e dopo un ultimo attacco dei Gurka, che dovettero
ritirarsi dalle rovine della città, il generale Alexander
predispose la sospensione definitiva dei combattimenti.
Terminava così la seconda fase della battaglia di Cassino, durante la quale i
tedeschi avevano subito molte perdite ma avevano dimostrato che la fanteria, se
ben addestrata, era capace di resistere anche all'attacco di preponderanti
unità corazzate.
A questo punto Alexander consentì a Freyberg, di trasferire l'8ª
Armata nel settore di Cassino per l'offensiva finale.
Il 24 marzo già si era all'opera per predisporre una nuova offensiva. A tal
fine furono distrutte tutte le vie di comunicazione e di rifornimento delle
armate del feldmaresciallo Kesselring.
Intorno alla metà di marzo il generale Anders
con il colonnello Wisniowski s'incontrarono con il generale Leese
comandante dell'8ª armata per predisporre l'attacco che ci sarebbe stato in
primavera. L'8ª armata avrebbe dovuto forzare il Rapido e conquistare il
Monastero, dopodiché la 5ª armata si sarebbe unita all'8ª per mettersi in
contatto con la testa di ponte alleata ad Anzio e giungere a Roma nel più breve
tempo possibile.
Soldati alleati in trincea
Sul fronte che andava da Gaeta a Cassino vi erano 17
divisioni, 9 delle quali con l'8ª armata guidata dal generale Leese
ed 8 con la 5ª armata con a capo il generale Clark.
Al II Corpo d'armata polacco fu affidato il compito di procedere all'assalto di
Montecassino.
La 3ª fase della battaglia di Cassino, che si svolse nel mese di maggio col
favore delle migliori condizioni climatiche, ebbe come premessa una serie di
attività il cui intento era quello di far credere ai tedeschi che le forze
alleate avrebbero sospeso ogni tentativo di sfondare la linea Gustav, in favore
di un'azione su Civitavecchia, alla volta di Roma.
Soldato tedesco tra le rovine
dell'Abbazia
Le operazioni di spostamento dell'8ª armata avvennero
nottetempo. Il Corpo d'armata polacco, stanziato dietro Montecassino, ebbe
l'ordine di osservare il silenzio radio ed i posti di comando furono
mascherati. Le divisioni britanniche che avrebbero dovuto forzare il Rapido e
il Gari si esercitarono all'attraversamento dal fiume dietro la linea del
fronte ed i lavori per l'attraversamento furono realizzati nottetempo per
essere mimetizzati durante il giorno. Il corpo di spedizione francese fu
rinforzato e fatto attestare a Suio, si mascherò l'arrivo di due divisioni
canadesi su Rapido e Gari ed il tiro dell'artiglieria fu tenuto sotto controllo
per non insospettire le forze tedesche sull'aumento di presenze alleate.
Kesselring credette al cambiamento di rotta e trasferì 2
divisioni a Civitavecchia.
Vista delle rovine dell'Abbazia
L'11 maggio alle ore 23.00 circa, iniziò un intenso
bombardamento delle forze tedesche.
Le divisioni marocchine, nel frattempo, avanzarono verso gli Aurunci e si
spinsero fino a monte Maio. Le divisioni indiana e britannica superarono il
Rapido a sud di Cassino e si attestarono sulla sponda opposta. Alle ore 1.00
del 12 anche i soldati polacchi avviarono il loro attacco cercando di
raggiungere quota 517 (conosciuta come dorsale del fantasma - Widmo in
polacco).
Un successo si registrò grazie alla 3ª Divisione fucilieri
carpatica, che conquistò monte Calvario a quota 593.
L'attacco a masseria Albaneta non ebbe buon esito nonostante le gravi perdite.
All'alba successiva entrò in azione la flotta aerea alleata che operò in
perfetta cooperazione con le forze di terra le quali segnalavano i vari
obiettivi da attaccare.
Vista delle rovine dell'Abbazia
Ciò nonstante i paracadutisti tedeschi riuscirono a
rioccupare monte Calvario ed il generale Anders a causa delle gravi perdite fu
costretto a ritirare le truppe polacche.
Al termine del 1° giorno della III battaglia di Cassino solo il generale Juin
poteva asserire di aver riportato un successo significativo.
La conquista del Monastero
Il 13 maggio Kesselring cercò di guadagnare
tempo ritardando la caduta di Cassino per consentire alle unità minacciate di
ritirarsi occupando la seconda linea di difesa, la linea Hitler.
Quello stesso giorno le forze motorizzate francesi occuparono Sant'Andrea sul
Garigliano e la fanteria marocchina giunse al Liri. Il 14 maggio la stessa
fanteria marocchina si spinse fino a S. Giorgio, mentre quella algerina occupò
Castelforte. Venne così realizzato l'assalto dalle montagne ed i Goum
valicarono i monti Aurunci senza incontrare grosse resistenze.
Juin poté ora realizzare quello che aveva pensato fin dal gennaio
del 1944: attaccare Cassino dalla via Casilina attraverso i monti Aurunci. In
tal modo egli aprì una breccia nella linea Gustav attraverso monte Petrella (1533 m).
Soldato polacco nell'Abbazia
A sud il II Corpo d'armata americano, dopo pesanti scontri,
riuscì a conquistare solo l'abitato di S. Maria Infante. I britannici dopo aver
"creato" un ponte galleggiante sul Rapido, riuscirono a prendere
Sant'Angelo. La Divisione indiana conquistò la città di Pignataro. I francesi
giunsero fino a monte Petrella e monte Revole.
Il 16 maggio la fanteria Kresowa conquistò il pendio meridionale del Widmo.
Il 17 sempre i polacchi attaccarono colle Sant'Angelo e monte Calvario, ma
furono respinti, con molteplici perdite, dai paracadutisti tedeschi.
I Goum erano giunti nel frattempo sulla strada Itri-Pico, a 40 Km dietro il fronte
tedesco di Cassino, e di lì a poco avrebbero causato la caduta di Montecassino.
Le forze americane, contemporaneamente, avevano conquistato Formia.
La notte del 17 maggio con il bombardamento della stazione di Cassino iniziò la
ritirata delle forze tedesche dal settore di Cassino.
All'alba del 18 maggio la collina del Monastero era in mano alleata e la
battaglia di Montecassino era finalmente conclusa.
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