martedì 8 luglio 2014

Erich Ludendorff




Generale tedesco (Kruszewnia, Posnania, 1864 - Tutzing, Baviera, 1937). Figlio di un negoziante, entrò alla scuola dei cadetti di Plön nel 1877. Ammesso all'Accademia di guerra nel 1893, servì pressoché ininterrottamente, dal 1904 al 1913, nel grande SM tedesco sotto i generali von Schlieffen e H. von Moltke, nipote del grande Moltke. Colonnello nel 1911, divenne capo della sezione operazioni e in tale qualità redasse il piano di schieramento e concentrazione (variante del piano Schlieffen), che fu poi applicato sul fronte nordoccidentale nell'agosto 1914. Assertore della necessità che le truppe di riserva fossero unità pronte al combattimento e realmente efficienti, fece continue e pressanti richieste di aumento degli effettivi (culminate nel memorandum del 21 dicembre 1912) e, in seguito a ciò, finì per essere allontanato dallo SM (febbraio 1913). Dopo aver comandato il 39º reggimento a Düsseldorf e la LXXXV brigata a Strasburgo, nell'aprile 1914 fu promosso generale. Primo quartiermastro presso lo SM della 2ª armata del generale von Bülow, allo scoppio della prima guerra mondiale, ebbe parte determinante nel riuscito attacco fulmineamente lanciato su Liegi (agosto), a cui partecipò personalmente. Il 22 agosto fu nominato capo di SM dell'8ª armata, di cui von Hindenburg aveva appena assunto il comando nella Prussia Orientale. Si costituì così fra i due generali quella stretta collaborazione sia in fase di pianificazione, sia nell'attuazione pratica, che diede brillanti risultati sul piano strategico, fin dall'inizio del loro periodo di comando (vittorie di Tannenberg [agosto 1914] e dei Laghi Masuri [settembre] e successive operazioni in Polonia nel 1915). Promosso generale di divisione, quando Hindenburg sostituì Falkenhayn nell'agosto 1916 Ludendorff divenne di fatto vicecomandante supremo con il grado di generale di corpo d'armata e il titolo di primo quartiermastro generale. Sempre in accordo con Hindenburg, prese da allora la direzione delle operazioni e guidò le sorti delle armate tedesche su tutti i fronti di guerra, esercitando un'influenza sempre crescente sul governo del Reich a favore del pangermanesimo e della guerra a oltranza. Già nel dicembre 1916 aveva sostenuto la lotta sottomarina, che contribuì in maniera determinante a spingere gli Stati Uniti a entrare in guerra a fianco dell'Intesa. Dopo che la Russia si fu ritirata dal conflitto, Ludendorff ritenne di poter ottenere la vittoria sul fronte occidentale con le grandi offensive sferrate nel periodo marzo-luglio 1918. Bloccato e sconfitto da Foch, il 29 settembre 1918 chiese, con Hindenburg, che fossero intavolate trattative preliminari per l'armistizio; ma non esitò poi a rifiutare le condizioni poste dagli Alleati per svincolare la propria responsabilità dal crollo imminente. Esonerato dalle sue funzioni il 26 ottobre, si trasferì in Svezia e nell'estate del 1919 ritornò in Germania stabilendosi in Baviera. Convinto di poter svolgere nella vita politica il ruolo che tanto brillantemente aveva svolto durante la guerra sul piano militare si legò ai gruppi pangermanisti e nazionalisti, contrari alla repubblica di Weimar, e partecipò al putsch di Kapp (marzo 1920); dopo il suo fallimento fu fortunosamente prosciolto dall'accusa di partecipazione al complotto. Nel 1923 si unì a Hitler, con cui aveva in comune l'acceso antisemitismo e l'odio per il comunismo (Hitler se ne servì per accattivarsi le simpatie dei circoli militari) e nel novembre dello stesso anno partecipò al putsch di Monaco, ma fu subito arrestato. Nel corso del successivo processo, Ludendorff con alcuni infelici interventi si alienò quasi del tutto la simpatia dei suoi sostenitori. Deputato nel partito nazionalsocialista nel 1924, fu candidato all'elezione presidenziale l'anno seguente, raccogliendo tuttavia una minima percentuale di voti. In seguito il suo ruolo politico decadde ed egli svolse fino alla morte una certa attività solo nelle associazioni combattentistiche. Tipico rappresentante dell'imperialismo tedesco, abilissimo generale, dotato di un intuito non comune e di grande decisione, ma privo di capacità politiche, difese il suo operato in due interessanti opere, Memorie di guerra (1919) e La guerra totale (1935). In collaborazione con la sua seconda moglie, Mathilde Spiess, pubblicò numerosi scritti in cui preconizzò la rigenerazione della Germania attraverso lo sterminio degli Ebrei e dei massoni e l'avvento di una religione fondata su un neopaganesimo germanico.

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