sabato 12 luglio 2014
La caduta: Il crollo della Germania
Dopo la caduta di Vienna, le truppe sovietiche, da questa città, avanzavano combattendo in direzione nord verso Brunn (in Moravia), in direzione ovest lungo la valle del Danubio verso Linz, in direzione sud attraverso le Alpi austriache verso Graz. Alla fine di aprile la colonna centrale, appartenente all'armata del maresciallo Tolbuchin, si incontrava presso Linz con unità avanzate della 3a Armata americana del generale Patton. Il 3 maggio poi, quando era già terminata la battaglia di Berlino, un terzo congiungimento avveniva anche nella Germania settentrionale, a Wittenberg sull'Elba, questa volta tra forze sovietiche e britanniche. Nella zona centrale del territorio tedesco, in Moravia ed in Boemia, invece, le armate russe venivano arrestate ad oriente di Dresda (in Sassonia) ed a sud di Brunn (in Moravia), dalle truppe del Feldmaresciallo Scharner. Anche su Breslavia da tempo accerchiata dai russi sventolava ancora la bandiera germanica. Nella foto in alto a sinistra Montgomery si incontra a Wittenberg con il maresciallo Rokossowski. A destra in alto generali americani e sovietici a Linz. A sinistra in basso soldati americani e russi dopo l'incontro. A destra in basso militari americani insegnano i primi passi del boogie-woogie alle soldatesse dell'Armata rossa.
La battaglia di Berlino iniziava nella notte tra il 16 ed il 17 aprile 1945. Dopo una violentissima preparazione di artiglieria, pesantemente appoggiata dall'aviazione, le truppe sovietiche lanciavano una pesante offensiva contro le linee di difesa esterna della città. Su queste linee la battaglia durava furiosa fino ai giorni 20 e 21, quando i sovietici raggiungevano, sempre combattendo, i sobborghi nord-orientali della capitale germanica. Il giorno seguente si lottava aspramente nei quartieri di Glienicke, Lilban, Malchow, Weissensee, Biesdorf, Wihlelmshagen, mentre altre unità sovietiche, provenienti da sud est, raggiungevano anche i quartieri meridionali della città. Il 23 aprile, i russi riuscivano ad espugnare a nord il quartiere di Pankow ed a sud-est quello dì Kelpenick, ambedue a brevissima distanza dal centro della città. La capitale del Reich era difesa disperatamente dal III Corpo corazzato Waffen SS, dal III Corpo d'Armata della Wehrmacht e da reparti del Volksturm, che resistevano casa per casa e strada per strada, appoggiandosi alle numerose gallerie sotterranee ed alle fogne della città. Ma contro queste unità i sovietici lanciavano forze soverchianti, appoggiate da migliaia di carri armati e di aerei e da un fuoco di artiglieria di potenza inaudita (circa 2.000 bocche da fuoco ogni chilometro). Il 25 aprile intanto, mentre si combatteva nell'interno della città, Berlino veniva completamente accerchiata dai sovietici. In alto cannone d'assalto sovietico in azione tra le case di Berlino. In basso altro mezzo corazzato russo, durante gli aspri combattimenti.
Il 25 aprile, mentre si chiudeva il cerchio intorno alla capitale, all'interno di essa i russi puntavano in direzione del Tiergarten, dai quartieri di Moabit a nord e di Steglitz a sud. Il 27 aprile, dopo scontri di una estrema violenza, cadeva l'aereoporto di Tempelhof, mentre nello stesso tempo si svolgono sanguinosi scontri a Spandau e Charlottenburg, nella parte occidentale. Il 28 aprile, dopo violenti corpo a corpo, i sovietici conquistavano anche la porta di Halle, l'Alexanderplatz e la Bismackstrasse, giungendo a meno di un chilometro dalla Cancelleria, dove restava Adolfo Hitler. I superstiti gruppi della Luftwaffe si sacrificavano in vani tentativi di rifornire la capitale per via aerea. L'Alto Comando tedesco compiva un ultimo tentativo di soccorrere Berlino anche per via di terra, prelevando la 12a Armata dalla zona dell'Elba e lanciandola verso la capitale. Questa unità, a prezzo di altissime perdite, raggiungeva i sobborghi di Berlino, ma il 29 era definitivamente respinta da soverchianti forze russe. Lo stesso giorno cadevano le ultime resistenze del quartiere Moabit e le truppe sovietiche raggiungevano il Tiergarten, mentre nelle zone occidentale e meridionale venivano espugnati Hallerisee, lo Stadio Olimpico, la Berlinstrasse e la Hohenzollerdamm. Nella foto in alto cannoni d'assalto sovietici SU. 152 nel centro di Berlino. In basso un T 34/100, avanza nella città; sul muro è ancora scritto: Berlino resta tedesca.
Il 30 aprile si combatteva nella zona dei ministeri e dei grandi edifici pubblici del centro e nello stesso giorno veniva espugnato lo stesso palazzo del Reichstag, nonostante la violenta resistenza dei suoi difensori. Sempre il 30 aprile, cadevano anche la stazione della metropolitana di Westkreuz e la Potsdammerstrasse,. difese fino all'ultimo uomo da reparti delle Waffen SS e della Hitler Jugend, mentre la battaglia proseguiva con immutata asprezza nel Tiergarten. Il 1 maggio 1945 (Hitler era già morto) i russi avanzavano nella Wihlemstrasse, nell'Unter den Linden e nel Tiergarten. Il 2 maggio 1945, il generale Weidling, ultimo comandante tedesco di Berlino, firmava la resa al Comando sovietico, mentre in alcune zone della capitale si combatteva ancora. In alto un grosso calibro sovietico in azione, con alzo a zero, nel pieno centro della capitale germanica. In basso il generale Weidling esce dal suo rifugio sotterraneo e si reca a firmare la resa. Di lato un soldato sovietico di guardia.
Con la resa del generale Weidling, capitolavano in Berlino 70.000 uomini superstiti della guarnigione, ma in zone isolate della città, reparti tedeschi combattevano ancora, o perchè appartenenti ad unità scelte o per non essere venuti a conoscenza della resa del Comando della Capitale. Ma nei giorni successivi i sovietici terminavano di rastrellare la città anche da queste ultime unità combattenti. Intanto affluivano i prigionieri verso le retrovie russe e migliaia di soldati continuavano ad uscire dai sotterranei dove erano rifugiati, consegnando le armi e l'equipaggiamento ai vincitori. Man mano che cessavano gli scontri, la popolazione berlinese usciva anch'essa dalle case diroccate e dai sotterranei, tornando a circolare per le vie, soprattutto allo scopo di procurarsi del cibo. In alto il drammatico spettacolo dei cittadini di Berlino che tagliano pezzi di carne dalle carogne dei cavalli trovate per strada, allo scopo di cibarsene. In basso un reparto russo corre verso il Reichstag per issarvi la bandiera rossa.
Il I maggio 1945 il maresciallo Stalin annunciava l'entità delle perdite subite al fronte orientale dalle truppe tedesche negli ultimi tre mesi di guerra. Esse ammontavano a 1.00.000 di morti, 800.000 prigionieri, 6.000 aerei, 12.000 carri armati e semoventi, oltre 23.000 pezzi di artiglieria distrutti o catturati. Intanto, mentre cessava l'eroica resistenza di Berlino, restavano ancora numerose isole di resistenza tedesche: 30 divisioni agli ordini del maresciallo Busch nel Brandeburgo, 15 divisioni alle foci dei fiumi Weser; Elba e Oder, 20 divisioni agli ordini del maresciallo Schorner in Boemia, un gruppo di unita agli ordini diretti del maresciallo Kesselring in Baviera, le truppe della Norvegia, Danimarca. Olanda occidentale, Curlandia, Creta, Foresta Nera, i presidi di Lorient, Saint-Nazaire, La Rochelle, Dunkerque e delle Isole Normanne, il valoroso presidio di Breslavia in Slesia accerchiato da imponenti forze sovietiche. In alto colonne di prigionieri tedeschi subito dopo la resa della guarnigione di Berlino. In basso scritte di soldati russi nell'interno del Reichstag dove della potenza tedesca restano solo le statue dei Re Teutonici.
Il 30 aprile 1945, Adolfo Hitler, rimasto nell'edificio della Cancelleria di Berlino, vista cadere ogni speranza di risolvere la disastrosa situazione del Terzo Reich e di spezzare il cerchio di Berlino, decideva di togliersi la vita. Prima di ciò egli si faceva unire in matrimonio con Eva Braun, che era rimasta al suo fianco fino all'ultimo e dopo aver dettato le proprie ultime volontà ed essersi congedato dai suoi fedeli collaboratori, si ritirava in una stanza, uccidendosi insieme alla consorte. Anche il dottor Goebbels (dopo aver ucciso con il loro consapevole consenso la moglie ed i quattro figli) ed il generale Krebs, ultimo Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, seguivano volontariamente la sorte del Fuhrer. Dopo qualche giorno, ad Amburgo, appena arrestato dalle truppe anglo-americane, anche Heinrich Himmler, Capo delle SS e della Gestapo, si suicidava ingerendo una fialetta di veleno. Nella foto in alto Hitler ed Eva Braun. Al centro a sinistra due SS della guardia del corpo di Himmler, catturate presso il loro Capo. A destra al centro la fialetta di veleno con cui si è suicidato Himmler. In basso due foto del cadavere del Capo delle SS.
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